Andrea Caffi - Socialismo libertario

cupa unicamente del materiale, impersonale adattamento della « forza di lavoro» nel sistema tecnico-economico; nè l'uno nè l'a'ltro hanno cura dell'« uomo». Questi, con la sua « vita privata» rimane nell'ambiente regolato dalle norme individualistiche cioè borghesi (e per giunta nello strato inferiore di tale ambiente giuridico, morale, culturale}. Non è affratellato ai suoi compagni di fede in una comunità veramente «sociale». Durante le elezioni tedesche - quetle al Reichstag nel novembre 1930 e le successivè nei vari « Lander » che compongono l'impero-repubblicano - la demagogia comunista e quella hitleriana s'accanirono con eguale tenacia contro singoli candidati della socialdemocrazia, pubblicando ragguagli precisi, abbondanti, circostanziati sulla fortuna privata di ciascuno, sull'ammontare del conto in banca che ha il Genosse tale, sul lusso del ristorante dove quell'altro prende i suoi pasti, sulle spese per l'alloggio, per l'automobile, ecc. Si potrà dire che ciò è mal costume, ripugnante appello ai bassi istinti. Ma il notevole successo che simili argomenti hanno ottenuto (togliendo centinaia di mig1 1iaia di voti alla soctaldemocrazia} difficilmente si potrà registrare con puro disprezzo. Per il solo fatto che il partito socialista si rivolge non ali'« uomo» ma al «cittadino» (e da questo richiede non una vera collabornzione, ma soltanto una « procura »} è da porsi sul serio e con angoscia vera la questione: quale « spontanea comunanza » di sentimenti può esistere fra compagni la cui comunanza di vita si riduce a occasionali incontri in assemblee politiche? Abbiamo visto come la perdurante « tensione » delia menta1ità rivo·~uzionaria aiuti il comunismo dominante in Russia a penetrare nella sfera «sociale», ad avvolgere con i suoi tentacoli I'« uomo» oltre che il <<cittadino». Dovunque il partito comunista è oggetto di più o meno serie persecuzioni da parte degli intimoriti governi borghesi, si mantiene quell'atmosfera di cospirazione ardita, in cui gli uomini si sentono stretti l'uno all'altro, pronti a sacrificarsi l'uno per l'altro. Persino i fascisti con il trucco de11a comune divisa e con le frequenti «sagre» riescono a creare l'illusione d'un cameratismo vivace; i capi imitano l'abilità d'ogni buon ufficiale che ostenta di dividere tutte le fatiche tutti i rischi con la truppa da lui comandata. L'assenza d'una coesione analoga nelle file de'i socialdemocratici è, senza dubbio, causa d'uno stato di inferiorità. 72 Biblioteca Gino Bianco

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