come saldati in un identico destino storico, come solidali nella attuazione di supremi valori umani? O addirittura disinteressarsi del popolo, perchè i governanti, anche se destano un po' di raccapriccio con i loro metodi. .. di persuasione, fanno bella mostra di « elementi socialisti» nella loro fraseologia? Sono fatti che inducono a domandare se la polemica tra socialdemocratici in merito alla statalizzata economia dell'URSS non sia impostata su qualche grosso errore nel loro modo di intendere e di valutare non solo il socialismo e la democrazia ma la realtà stessa della « vita sociale » e del rapporto in cui la «società» si trova rispetto alle forme di governo politico. Otto Bauer ci dice; può darsi che per raggiungere il socialismo si debba rinunziare alla democrazia, almeno per qualche tempo. Kautzky risponde che senza democrazia il socialismo non è concepibile e che invece, una volta la democrazia bene consolidata (e si tratta sempre di un ordinamento dello Stato secondo le norme democratiche già in vigore in vari paesi) è impossibile che il socialismo non venga più o meno automaticamente. Adler sembra condividere all'incirca il parere di Kautzky per quanto riguarda le nazioni europee, ma concede a Bauer che in Russia v'è qualcosa di capovolto: certe promesse dirette del socialismo - l'estrema concentrazione industriale, la preminenza della classe operaia, - vi si vedono più prossime alla maturazione, che non la pregiudiziale d'un regime democratico; basterà tuttavia sapersi adattare senza intralciare l'opera di «collettivizzazione» economica, insinuare la propaganda socialdemocratica .(menscevica) e scuotendo - poco a poco - la dittatura, riaggiustare le cose secondo l'approvato schema del materialismo storico. Tutti questi ragionamenti procedono dal marxismo. Concetti marxisti - sia pure alterati o grossolanamente semplificati - servono pure come guida e giustificazione ideologica al bolscevici. Donde un certo impaccio nelle critiche che i marxisti, amici della democrazia, rivolgono ai loro già correligionari, capitati sulla falsa via della dittatura. Non per opporre un « sacro testo » ad un altro, ma per allargare la visuale e vagliare le risorse d'una mentalità tutta diversa, verrebbe voglia di richiamarsi a Proudhon. Per stringere più da vicino il fondamentale (e nocivo) errore del comunismo - non solo come è attuato in Russia, ma anche quale viene idealmente illustrato e difeso dai maestri della lii Internazionale - possono non essere inutili certi concetti (ed 66 Biblioteca Gino Bianco
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