mente patite, mentre si sforzavano di organizzare lo « Stato Operaio»; vi sono i martiri, da Rosa Luxemburg e Liebnekecht fino a coloro che Mussolini fa condannare ad una lenta agonia nelle prigioni d'Italia. Se stentiamo a persuaderci che Lenin (uomo senza dubbio eccezionale) sia stato anche « un grande pensatore » e se riguardo alla genialità dello « stalinismo » rimaniamo alquanto perplessi, non esitiamo a riconoscere la chiara, logica discendenza del bolscevismo da una non ingloriosa tradizione filosofica e sociologica, in cui figurano Babeuf e Saint-Simon, Hegel e A. Comte (1), Marx e Blanqui... Un qualche « terreno d'intesa» fra comunisti e socialisti rimane tuttavia fra gli auguri, fatti con poca speranza. Ostacolo principale è la mancanza di buona fede . . Con gli assertori d'un dogma, i quali prevengono con l'anatema ogni argomento critico e per giunta sono pronti a praticare i metodi del Santo Ufficio, è vano voler discutere per intendersi. Ma sopratutto la menzogna in atto - quel miserabile ottimismo ufficiale - che Mosca non si perita di tener su con grossolani trucchi e meschine falsificazioni - impone ad ogni spirito retto una pregiudiziale diffidenza verso tutto quel che emana dal governo di Stalin e dal suo dicastero - il Komintern. Occorre vincere questi motivi giustificati di ripulsione per sforzarsi ad un sereno giudizio sulle cose di Russia e rintracciarvi elementi che per il progresso della emancipazione proletaria, per l'edificazione del socialismo possano avere un significato posiUvo.... Una tesi, nella quale concordano Bauer e Adler, è quella del pericolo di vedere calpestati certi « elementi del socialismo ,. nel caso, ove la dittatura di Stalin venisse troncata da un brusco rivolgimento. I rancori del popolo sarebbero per il momento così ciecamente esasperati che si può temere uno sfogo loro di carattere « sanfedista» e quindi il trionfo della più nera reazione. Meglio perciò è guadagnare tempo affinché gli odii si fiacchino e si possa procedere ad un paziente « grignotage » del regime dittatoriale senza intaccare i sullodati embrioni del socialismo. I bolscevichi invitano (usiamo pure l'eufemismo) la generazione presente a sacrificarsi in nome d'un radioso awenire; i socialisti dovrebbero consigliare il medesimo sacrificio - e si tratta non tanto di miserie materiali quanto di schiavitù, d'umiliazione di persone umane - allo scopo di evitare guai maggiori? Una prima difficoltà che s'incontrerebbe volendo tradurre in 61 Biblioteca Gino Bianco
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