Andrea Caffi - Socialismo libertario

La curiosità per tutto ciò che avviene nell'URSS è se~pre vivissima e nelle numerose recenti pubblicazioni sulla Russia si nota - qualunque sia la fede politica o la base ideologica degli autori - un generale desiderio di « sottoporre a revisione» precedenti giudizi che appaiono inadeguati alla serietà dei fenomeno. Se a spiegare l'attenzione ed anche la « resipiscenza» di uomini politici, economisti, letterati del « mondo borghese» basta il fatto, che il governo dittatorio dei comunisti sulla « sesta parte della superficie terrestre» s'avvicina al quindicesimo anniversario ed ha deluso i più tenaci profeti di un rapido sprofondamento di « tanta assurdità» - i socialdemocratici trovano nella situazione presente dell'Europa due grandi motivi per riflettere a nuovo tanto sul problema politico quanto sul problema economico come li pone l'odierna organizzazione deil'URSS. L'estensione del « pericolo fascista» ed in particolare modo la clamorosa avanzata del nazional-socialismo hitleriano suscitano ·il timore che lo Stato democratico non sia sufficientemente armato per resistere a briganteschi assalti « finanziati » dai nemici diretti della classe operaia e che, una volta scoppiata la guerra civile, divenga inevitabile una dittatura da opporre in nome del proletariato a quella eretta in nome della « nazione», il che significherebbe imitare l'esempio russo. Allo stesso tempo di fronte all'incapacità esaurientemente dimostrata dagli attuali ceti dirigenti in Europa ed in America quando alla crisi dilagante ed alla catastrofica anarchia nella produzione e nella ripartizione dei beni trovano soltanto « rimedi » imbecilli e nefasti come la « contingentazione », il ribasso dei salari, il « buy british » ed altre barriere xenofobe - sorge spontanea la domanda se la «stalinizzazione» delle industrie, dell'agricoltura, del commercio e soprattutto il « piano quinquen59 BibliotecaGino Bianco

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