Andrea Caffi - Socialismo libertario

obbliga a pensare tutti i problemi essenziali in termini d'interdipendenza economica, politica, sociale e anche morale. Dal punto di vista d'una tale unificazione (che per ora si manifesta in un caos malregolato e nella tensione soverchiante della « guerra fredda»), un rinnovamento del pensiero socialista sarebbe essenziale. La tradizione socialista è, con tutte le sue deficienze e i suoi tragici fallimenti, la sola in cui permanga appunto questo: la preoccupazione per la società umana nel suo insieme, al disopra dei pregiudizi statali e nazionali come degli ir.teressi di classe e di parte. Ma, appunto perché i dati di un progetto così immenso come quello dell'unificazione politica del genere umano ci sono apparsi, nel corso delle tragiche e disperanti esperienze dell'ultimo quarantennio, in aspetti sempre più concreti, ..dettagliati e antinomici, il problema di una teoria e di un'azione socialista adeguata ai tempi ~ alla realtà dei tempi è oggi infinitamente più complesso e difficile che non ai tempi di Marx o di Lenin. La lotta di classe esiste sempre. Ci sono dovunque delle classi medie che vanno considerate « proprietarie» in quanto certamente si appropriano il plusvalore del lavoro collettivo: in questo senso, c'è « classe media» nei paesi capitalisti come nell'URSS. Ma che cosa resta del principio stesso della proprietà privata, garantita, intangibile, «sacra»? Che cosa resta, soprattutto, della « buona coscienza» con cui ogni proprietario, una volta, si diceva « padrone a casa propria»? Non c'è finanziere, industriale, piantatore di barbabietole, esportatore-importatore (senza parlare delle miriadi di « gerenti », direttori, esperti, eccetera) che oserebbe sperare di mantenere un sol giorno i suoi privilegi senza l'appoggio costante, attivo e legalistico delle « pubbliche autorità»; ed è sotto il controllo di tali autorità che si regolano tutte le questioni di salari e di prezzi. Così c'è dovunque un proletariato, e c'è anzi un aumento gigantesco dei veri proletari in lotta per un « minimo vitale». La concentrazione di masse lavoratrici che appaiono come l'effetto irresistibile della rivoluzione industriale e del « progresso capitalistico» sembra assai vicina a realizzarsi su tutta la superficie del globo. Queste masse sembrano anche, almeno parzialmente, organizzate persino nei paesi « arretrati ». E tuttavia, qual'è la qualità più evidente di tali masse? L'inerzia. La giunzione dinamica fra i formidabili mezzi di produzione e la collettività umana che sola può farli funzionare non s'è prodotta: la « massa » dei lavoratori sente istintivamente che in quanto « collettività massiccia», essa è incapace di « possedere» sia 54 BibliotecaGino Bianco

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