assai caratteristiche; e infine in alcuni piccoli paesi come la Svizzera, il Belgio, la Scandinavia, per l'assenza di avversari seri. Ma, alla fine degli articoli pubblicati nella Rheinische Zeitung del 1849-1850, Marx constatava senza metafore: « La borghesia tedesca ha dato la prova definitiva della sua incapacità a esercitare il potere nel paese»; e infatti né l'alleanza dei baroni del carbone e del ferro con gli Junker prussiani sotto Bismarck, né la Repubblica di Weimar (con lo stato maggiore di Von Seeckt dietro le quinte) hanno realizzato in Germania un regime conforme ai veri princìpi delle « classi medie produttive», ossia della borghesia autentica. In Italia, come in Spagna, come in Austria-Ungheria, la borghesia non ha mai osato sottrarsi alla tutela della Chiesa e del gendarme (monarchico o fascista), per la semplice ragione che essa aveva troppa paura del popolo. E in Russia, nel 1905 come nel 1917, sarebbe stato veramente paradossale che potesse stabilirsi un « sistema borghese di governo», essendoché la borghesia non esisteva. E allora? L'avvento del « regime borghese » fa d'altronde sorgere un problema abbastanza curioso. La borghesia è la classe media tra degli aristocratici più potenti, se non più ricchi, e un « popolo» che non possiede nulla; in questa classe media, c'è sempre uno strato superiore ·che sembra disporre di mezzi materiali i quali dovrebbero permettergli di avere I'« ultima parola» in ogni conflitto per il potere « reale», sia economico che governativo. In certo modo, la borghesia questa « ultima parola» l'ha sempre avuta, ma in modo spesso ritardato o deviato: ha, per esempio, avuto ragione di Cromwell e degli Stuart, di Robespierre come di Napoleone, ma sempre dopo averli quasi sostenuti. L'Inghilterra del 1918 era certamente dominata dalla borghesia. Ma è d'allora l'aneddoto raccontato dal segretario di Llyod George, il quale, trovandosi all'apogeo della sua popolarità, a Churchill che insisteva perché egli prendesse misure energiche contro la Russia sovietica, rispose sarcastico: « Perché dovrei combattere per gl'interessi della vostra classe contro gente della mia classe?». Senza gli adepti del calvinismo, pronti a sacrificare il loro benessere materiale all'indipendenza della loro fede, membri rispettabili della classe media, ma rafforzati da una solidarietà e da una « comunione» che affondava le sue radici nel basso popolo, senza di loro certo né i borghesi olandesi del 1567 avrebbero aderito all'insurrezione, né i mercanti di Londra nel 1640 avrebbero sostenuto la guerra civile contro il re. I giacobini erano, beninteso, dei borghesi; ma il grosso della borghesia 51 BibliotecaGino Bianco
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