legi delle minoranze plutocratiche si sarebbe esteso almeno a tutta l'Europa e che da un moto liberatore i popoli avrebbero ricomposto una vasta comunità su basi completamente nuove, non si è avverata. Quindi tutte le forze del partito comunista e tutti i mezzi del paese già stremato bastarono appena alla difesa - condotta con mirabile tenacia - del potere di comando conquistato su un lembo del disfatto Impero. Per resistere, consolidai:si, estendersi il bolscevismo dovette dedicarsi interamente ed unicamente alla ricostituzione dello Stato, fino a renderlo più accentrato, più potente agli occhi dei formidabili nemici, più capace d'espansione imperialista di quanto mai fosse stata prima la monarchia dei Romanov. Che il « collettivismo » di masse irregimentate fosse qualificato democrazia e l'apparato gigantesco delil'industrializzazione con scopi quasi esclusivamente bellici venisse glorificato come fondazione del socialismo è stato un utilissimo espediente demagogico per uso interno quanto esterno. Ma oggigiorno bisogna essere d'una incurabile ingenuità o ac.cecati dal fanatismo, o molto lontani dalla buona fede per affermare che l'operaio dei « combinat » sovietici o il contadino proletario dei « kolchoz», l'uno e l'altro sottoposti a condizioni di lavoro assai analoghe alla servitù della gleba, e sottoposti altresì ad una • tutela spirituale » forse più rigorosa di quanto mai era riuscita a mettere in pratica l'Inquisizione cattolica di Spagna, rappresentino la fase· più evoluta della democrazia e quasi la realizzazione del socialismo. Del resto il generatissimo Stalin e lo stuolo di marescialli, poliziotti, segretissimi diplomatici e santi metropoliti che stanno in adorazione attorno al suo trono, inneggiano ormai alla « grandezza della patria russa» con aperto disprezzo per tutto ciò che è «straniero» (il principale capo d'accusa contro gli scrittori, musicisti, scenaristi di films testé messi all'indice dal Comitato Centrale statiniano del Partito Comunista dell'URSS è stata la loro contamina_zione da « mode straniere») e la disinvoltura con cui un Tito o un Gomulka sono trattati mostra in qual poco conto Mosca tenga le pedine « proletarie » d'Occidente nel suo giuoco. E' molto dubbio che il più lontano rapporto possa ancora sussistere fra le veduta di Lenin e l'azione svolta dai Molotov, Viscinski ed altri Gromyko al servizio di Stalin. L'occupazione della Manciuria è stata celebrata non come un successo del socialismo, ma come gloriosa rivincita sul Giappone che cancella l'obl:>robrio della disfatta degli eserciti imperiali russi nel 1904 (come Mussolini invadendo l'Etiopia voleva vendicare Adua). Dopo la caduta dello Zar, nella primavera del 40 Biblioteca Gino Bianco
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