Andrea Caffi - Socialismo libertario

do sul senso di « mores », costumi implicito in questo termine) e colturale dell'Europa di cui questi eventi furono le successive tappe: dislocazione dell'Internazionale e adesione di partiti socialisti alle « unioni sacre» nazionaliste del 1914-1918; logoramento della socialdemocrazia tedesca (Ebert, Scheidemann, Noske) nell'ingrato compito di salvare « ad ogni costo» il Reich e porre al sicuro i mezzi d'una rivincita che si identificherà con il trionfo di Hitler; culminazione dell'esperienza Macdonald in quel « governo nazionale» d'Inghilterra a cui fra l'altro si dovrà la politica che condusse a Monaco; necessità in cui i laburtsti Attlee e Sevin si trovano di marciare sulle orme del « sacro egoismo » imperialista in Palestina, in Grecia, nella lotta contro l'egemonia economica degli Stati Uniti o contro l'egemonia militare della Russia; il primo governo Slum (che dichiara: « sono anzitutto francese e solo in secondo luogo socialista») memo-· rabile per il « non-intervento » in Spagna, l'intensificazione degli armamenti, la svalutazione del franco (certo non vantaggiosa per i salariati) ecc.; un nuovo governo Slum, dieci anni dopo, che s'inizia con la guerra coloniale contro il popolo annamita, di cui pochi giorni prima lo stesso venerando capo della SFIO riconosceva (in un articolo del Populaire) i diritti all'indipendenza. L'elenco è superficiale, ma in tutti i casi che conosciamo l'az-ione di governo è stata imperniata su una « situazione fallimentare dello Stato nazionale » in latente o aperto conflitto con potenze rivali. Lo stato d'animo collettivo (per non dire psicosi) che prorompe quando impende la minaccia di catastrofi o quando si è in guerra, e ancora quando il compito urgente è di « ricostruire » dopo una disfatta o una (spesso non meno rovinosa) vittoria, è agli antipodi di quella coscienza critica dei valori umani su cui si fonda l'osservanza dei principi democratici e l'edificazione del socialismo. Non esiste un modo socialista di armare eserciti, fare funZ!ionare le corti marziali, eseguire scientifici massacri. Può darsi che per « salvare il salvabile » e per salvare l'avvenire sia imperioso dovere anche dei socialisti di assumere in tali momenti le più ingrate responsabrlità. Ma l'impostura ingiustificabile sta nel volersi persuadere e volere persuadere le « masse » che queste tragiche emergenze ci awicinano ad un trionfo della giustizia sociale, della civiltà democratica e della fratellanza fra i popoli. Il più tipico esempio è quello della rivoluzione russa. Il crollo del regime zarista ha tratto seco un totale sfacelo dello Stato (che come altrove s'identificava con la «nazione»). La speranza di Lenin e Trotzky che il collasso dell'ordine fondato sui privi39 Biblioteca Gino Bianco

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