accanto all'altro senza conoscersi » ), la « standardizzazione» di tutti i particolari dell'esistenza materiale al livello d'una deprimente bruttezza e volgarità, le gigantesche ·officine di Krupp o Ford con l'abbrutimento del « lavoro a catena» - contribuivano a ridurre il popolo, ed anzi tutto il proletariato ad una cc massa» dove l'individuo diventa sempre più sperduto, insignificante, costretto a meccanica imitazione dei suoi cc simili » che sempre più gli diventano indifferenti. La guerra del 1914-18 ha mostrato (con una certa sorpresa per gli stessi governanti, dapprima abbastanza preoccupati) quanto fosse facile maneggiare le masse e non solo spingerle all'ammazzatoio, ma « imbottirne i crani» (sicché « morivano soddisfatti »). E' probabile che il cesarismo che in altre epoche si è valso del consenso di « masse» più o meno irreggimentate o stanche di trascinare un'esistenza oltreché misera, continuamente esposta a imprevedute tribolazioni - sia oggi giorno un disegno anacronistico - benché un De Gaulle sembri cullare ambizioni abbastanza affini a questo vetusto modello. Ma un acutissimo osservatore della realtà sociale moderna - Dickinson già nel 1914 affermava che i regimi moderni, abusivamente qualificati come « democratici», sono in realtà una combinazione di cc ochlocrazia » (sovranità più apparente che reale di folle senza coesione) con la plutocrazia - regno effettivo delle grosse fortune. Con minime attenuazioni, il regime della grande repubblica am~ricana potrebbe ancora nel 1948 benissimo corrispondere a tale definizione. Le esperienze europee hanno mostrato - dopo la guerra del 1914-18 - che la stessa agitazione abilmente orchestrata di masse s'adatta al «totalitario» predominio burocratico-militare, soprattutto se questi si corazza del fanatismo aizzatore ed intollerante d'una «ideocrazia». Se si vuol capire qualcosa degli eventi del nostro tempo, bisogna lasciare da parte (o sotto beneficio di inventario), gli schemi astratti della « psicologia » (o coscienza) di classe e considerare, unicamente alla stregua di fatti osservati, il comportamento delle « masse » da un lato e quello dei dirigenti che hanno creduto di comandare dette masse ed hanno invariabilmente finito coll'essere trascinati assieme alle masse verso le troppo note catastrofi. La massa è tutt'altro che omogenea. In modo grossolano vi si possono distinguere almeno, tre strati. Vi è anzitutto la schiuma di quell'inferno che forma un ampio sottosuo!o della civiltà moderna. Troppi e notissimi fattori tanto fisiologici che economici saturano non solo i bassifondi (e perciò ogni riferimento al e, Lumpenproletariat » non è che un goffo 30 Biblioteca Gino Bianco
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