taria e massiccia. Come le dimensioni degli Imperi, la micidialità delle guerre, la funzione ed i mezzi d'azione dello Stato, i parassitismi d'ogni grado, la brutalità dei metodi repressivi, ecc. ecc., così pure l'enunciazione e la diffusione di « parole d'ordine » e programmi demagogici hanno straripato da ogni « misura umana». Donde lo «scoraggiamento» a priori d'ogni iniziativa di sincerità e di buon senso. Se il nostro compito di far rivivere il socialismo era già severamente ipotecato dalla pregiudiziale d'una critica a fondo (e s'intende « critica in atto») degli errori colposi tanto del comunismo che della socialdemocrazia, difficoltà ancora più gravi incontreremo nelle specifiche condizioni dell'ambiente di « massa » in cui dovremo operare. Non è più questione di « inerzia» delle masse che la propaganda, l'agitazione, il risveglio di «coscienze» e «solidarietà» poteva proporsi di vincere. Abbiamo ora le masse, la mentalità gregaria, l'affogamento nella volgarità (chiamata « civiltà di masse») in piena ed irruenta effervescenza. Il disprezzo per tutto ciò che non è immediatamente «efficace», adorazione della forza, del successo e quindi del « capo» (o duce), il gusto d'essere comandati e « messi al passo», l'oblio d'ogni dignità e d'ogni rispetto per l'altrui persona sono i caratteri più ovvii dell'« animo» coltivato ed esasperato in queste masse che gli eventi mondiali dal 1914 ad oggi, assieme all'accelerato progresso di tutte le tecniche, hanno messo in subbuglio e spinto « sul proscenio della storia». Naturalmente la ragione prima di tutto il male è l'assenza di una base sia di popolo, sia di convinzioni chiare. Ed oserei dire che la prima manca perché genialità, audacia della ragion critica, sincerità di coscienza hanno fatto difetto per attuare la seconda. Il socialismo in quanto: 1) capacità di concepire l'ambiente sociale alla luce d'una «critica» rigorosamente razionale esplicata dalla « facoltà di giudizio» dell'individuo; 2) solidarietà profonda fra individui che « si sono compresi » non superficialmente fra loro e si sono sentiti legati da un modo press'a poco identico di intendere (ma anche di sentire, giudicare) la realfà circostante - non può assolutamente adattarsi a una « organizzazione di masse ». La massa è una forma di collegamento fra gli individui, in cui tutto il fondo di « essenza» caratteristica o di « esistenza» originale che costituisce « la persona» {unica, irriducibile a misurazioni quantitative o norme meccaniche) viene eliminato, e gli uomini ridotti a semplici « unità» sostituibili di un certo numero efficiente. 27 I Biblioteca Gino Bianco
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