Andrea Caffi - Socialismo libertario

blicò una rivista, La giovane Europa, con lo scopo di studiare i problemi di una « pace gius~a ». Si sa che cosa avvenne a Versailles di questo ideale. Nel 1920 Caffi tornò in Russia come inviato speciale del « Corriere della Sera». Giunto a Odessa, l'idea di attraversare come spettatore la Russia affamata e devastata gli parve intollerabile: invece di continu;re il suo servizio giornalistico, si aggregò alla missione internazionale di soccorso organizzata da Nansen, e nell'esilio, sconfitti e perseguitati i compagni menscevichi e continuò così il viaggio verso il Nord. A Mosca ritrovò al potere i capi bolscevichi che aveva conosciuto nella cospirazione e nell'esilio, sconfitti e perseguitati i compagni menscevichi e socialisti-rivoluzionari. Accusato di aver dissuaso i socialisti italiani venuti a Mosca con G. M. Serrati dall'aderire alla Terza Internazionale, conobbe l'orrore di una prigione dove ogni notte le celle si aprivano per I~appello dei condannati a morte. Fu liberato grazie all'intervento di Angelica Balabanoff. Quando giunse in Russia la prima missione diplomatica italiana, Caffi vi assunse le funzioni di segretario, e le tenne fino al suo ritorno in Italia, nel 1923. .A Roma, fu per alcuni mesi a Palazzo Chigi, incaricato della redazione di un notiziario per le ambasciate. Lontano com'era stato dall'Italia non sapeva quasi nulla del fascismo. Non tardò a rendersene conto, e un giorno uscì dall'ufficio per non più ritornarvi: a guisa di commiato, aveva scritto un resoconto burlesco del ricevimento dato a Palazzo Venezia ai neonobi/i del regime in cui Mussolini era insignito del titolo di « Duca det Manganello». Legato d'amicizia con Zanotti-Bianco, Sa/vernini, Amendola, Vincenzo Torraca, Francesco Fancello, Emilio Lussu, Umberto Morra e molti altri intellettuali antifascisti, fu con loro prima e dopo il delitto Matteotti. Divenne amico anche di Alberto Moravia, allora giovanissimo e sconosciuto. Fu collaboratore di Volontà di Roberto Marvasi e del Quarto Stato di Pietro Nenni e Carlo Rosse/li. Nel 1926, in pericolo di essere arrestato per propaganda sovversiva fra gli operai, partì per la Francia. Lì fu per tre anni precettore dei figli di Margherita Gaetani_ e, al tempo stesso, segretario di redazione della rivista Commerce, che la principessa in quegli anni pubblicava. Quando Carlo Rosse/li, evaso da Lipari, arrivò a Parigi, Caffi si mise subito in rapporto con lui. Fu collaboratore assiduo dei Quaderni e del settimanale di • Giustizia e Libertà ». Della sua partecipazione al gruppo di 18 Biblioteca Gino Bianco

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