Andrea Caffi - Socialismo libertario

socialismo deve dichiararsi schiettamente libertario (senza punto impaurirsi della baldanza anarchica di quella qualifica!). E' l'eredità gravosa del lungo periodo di lotta legale, lo "statalismo" che ha spezzato le reni così alla seconda come alla terza Internazionale, che è da scrollarsi di dosso. E' tutta la critica marxista dello stato e della burocrazia, che è da riprendere e portare a nuovi sviluppi». Ma per far ciò occorre affine prendere coscienza del fatto che la società ·è infinitamente più ricca e più vasta dello Stato (altro che maestà dello Stato e altre scempiaggini del genere/) che di quella è un prodotto storico, quindi transeunte e che molte forme di associazione libera e di attività spontanea (partiti, sindacati, cooperative, comuni, Enti autonomi, ecc.) devono poter esplicarsi fuori dello Stato e anche di fronte allo Stato, nel senso di una limitazione o correzione dei poteri coercitivi di cui lo Stato dispone e di un « riassorbimento » di molte funzioni da parte della società. Pretendere - ammoniva Caffi - di conciliare la massima efficienza dell'apparecchio statale moderno e quindi l'accentramento dei colossali mezzi di azione nelle mani di un governo, con la massima libertà degli individui e dei gruppi è una illusione democratico-borghese o una truffa di propagandisti tog/iattiani e di fi/osofastri di uno « stato etico » cioè fascista. « Non per nulla la dottrina socialista fa coincidere l'avvento di una società « in cui il libero sviluppo di ciascun individuo sarà condizione del libero sviluppo di tutti» con la morte dello Stato di classe, ossia con la sua trasformazione da strumento di dominazione politica in organo tecnico-pedagogico della società. Questa « morte » concepita sin qui meccanicamente ed irrazionalmente, come posteriore alla socializzazione dei mezzi produttivi ed all'abolizione delle classi e come sbocco di una fase di dittatura (cioè del suo perfetto contrario!) deve oggi - dopo la tragica esperienza russa - concepirsi come un processo di trasformazione simultanea ad esse ed operantesi gradualmente in un'atmosfera piena e continua di democrazia e di libertà ». Compito di un grande movimento socialista, al governo o al/'opposizio_ne, sarebbe di promuovere la formazione di una nuova classe dirigente di estrazione popolare, formata di operai, contadini, di lavoratori, lavoratori « del braccio e della mente », attraverso una sempre più ricca esperienza di governo locale, di responsabilità a tutti i livelli nel sindacato, nel partito, nelle cooperative, nelle amministrazioni comunali, nei consigli operai, nelle Regioni, nel Parlamento, in tutte le istituzioni - 12 Biblioteca Gino Bianco

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