è approdata la rivoluzione sovietica ed il comunismo della terza Internazionale, sarà agevole riconoscere che si tratta della via opposta a quella che conduce alla democrazia e al socialismo, perchè « nessun raggiro dialettico può nella realtà dei fatti condurre alla libertà · attraverso il dispotismo totalitario ed alla comunità ·sociale fondata sull'eguaglianza attraverso complicate gerarchie tecnocratiche ». · Nella ricerca delle origini dei mali presenti del movimento . operaio, Caffi indicava non solo nella pratica bolscevica (di Lenin prima e in quella terroristica e poliziesca dello stalinismo poi), ma anche nel « mito burocratico» nato dall'esperienza della seconda Internazionale e della socialdemocrazia tedesca, modello ideale di ogni « moderno » partito politico, le cause della involuzione che ha colpito tutto il movimento operaio e socialista. Quel/' ivoluzione che è stata alimentata soprattutto dalla « riserva mentale dei marxisti che pretendono assimilare tutte le altre tendenze di- rivolta proletaria o di aspirazione alla giustizia sociale come forme « inferiori-» o imperfette del solo « socialismo valido fondato sulla scienza » e soprattutto da un' ipocrisia che portata al/'estreme e odiose conseguenze del leninismo-stalinismo ha ridotto le varie « sezioni » nazionali del comunismo mondiale - per dirla con Gramsci - « tecnicamente» a organi di polizia dove il « nome di partito politico è una pura metafora di carattere mitologico ». Ed oggi che dopo tanto conclamato contributo creativo allo sviluppo del marxismo-leninismo, la dottrina della burocrazia comunista ha messo capo ad un guazzabuglio ideologico senza capo nè coda, a un miscuglio di leninismo, di bersteinismo, di id-ealisme, di rozzo pragmatismo e di « dottrina del benessere», l'autoritarismo (e il centralismo burocratico) che ancora sopravvi11e nella pratica del 'azione -comunista, privato di una « ortodossia » e addirittura di ogni orpello ideologico, si rivela come un fatto brutale, di pura forza. Sotto questo riguardo senza alcuna base di legittimità, senza-alcun « principio di autorità», il potere di quei gruppi dirigenti non esprime e non rappresenta più niente, non ha altra ragione che quella di sopravvivere: la loro è cioè un'avventura nel significato più preciso del termine. Per il socialismo italiano, rinnovato ed unificato in un solo grande movimento e P?Jrlito, si tratterebbe - per dirla con Rodolfo Morandt - di disincagliarsi dalle secche in cui la seconda e terza · lnternazional~ sono approdate, superando i punti morti di « democrazia » e di « autoritarismo »: « Il nuovo Biblioteca Gino Bianco 11
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