ro6 nulla esclude che esse possano in seguito diffondersi maggiormente. Le varie difficoltà speciali osservate, si mani festano qua e là tratto tratto, ma non sempre, nè tutte. ! oi possiamo ora rammentare brevemente i fatti che giustificano tutte queste nostre affermazioni. Abbiamo veduto imprese di o·perai che ebbero buon successo ed imprese che non lo ebbero, in tutti i paesi nei quali studiammo le società di produzione; un successo od un insuccesso completi noi non li abbiamo in nessun luogo. Abbiamo trovate tali imprese principali nella piccola industria, ma anche nella media, e talora persino nella grande; però i casi di esercizio di grande industria per parte di operai sono stati rarissimi e non mai oltre certi limiti. D'altra parte abbiamo assai di frequente riscontrati insuccessi anche nell'esercizio di piccole industrie, quando gli operai che le volevano esercitare avevano doti assolutamente insufficienti per ogni rispetto ali' esercizio <lcll' impresa in associazione; possono essere presi come tip,ici i numerosi insuccessi delle associazioni parigine dovute ad cccitam ·nti artificiali, posti a riscontro coi successi avutisi pure a }'arigi, nelle stesse conLlizi,m i, per parte di associazioni compo te di operai capaci, intelligenti, prcvideuti. Invece I" esistenza, ed una fiorente e istcn7a, di imprese cli operai esercenti la media ccl anche h gran<lc industria in Inghilterra e negli Stati Uniti, ci è spiegata dalla maggior capacità economica cli quegli operai, che hanno salarii più eJ.evati, e possono quindi accumular capitali più facilmente e più rapidamente. In Germania vediamo svilupparsi poco queste associazioni, sebbene le proporzioni dcli' industria siano limitate e gli 01)erai siano preparati alla associazione; pcrchè vi sono già certe altre forme cli associazione che rallentano e paralizzano la clif fusione di quelle. In Jtalia avviene lo stesso fatto per la ins·uffìcicntc preparazione degli operai: nè si scorge alcuna ra-
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