William Morris ed i suoi ideali sociali

r3 << Era anche, fra tutte l'altre cose, un l-uon cuoco, e ci teneva a dimostrarsi tale. - Benedico sempre Dio, - disse una voH:a, - per aver sapnto fare una cosa così saporosa come la cipolla. _\rnest1•0-1u·t.efic. e .l:-'er intender bene il Morris, e specialmente le ragioni per cui di venne socialista, bisogna mettersi in mente ch'egli si sentiva tutt'uno col suo opificio, cogli operai, col lavoro, insomma, che fioriva intorno a lui. « E' il mio pane quotidiano, ed è anche il mio modo di farmi onore», diceva. In una lettera privata egli parla di sè stesso come di un « maestro-artefice, se pure » aggiunge « posso meritarmi quest'ono•re ». E lo poteva davvero, senza vantazione, come si rileva da altre sue lettere: « Sto imparando tutto quanto posso riguardo alla ,tintura delle stoffe e delle carte; anche la parte proprio manuale del lavoro, ch'è abbastanza semplice; ma come tutte le cose semplici, se non si è imparata, non si sa fare. Mi metto gli zoccoli, la blouse, e lavoro cogli operai tutta la giornata». Ed in a'ltra J.ettera: « Stamani ho assistito alla tintura di 20 libbre di seta, per i nostri damaschi; ho :aiutato io stesso gli operai a tuffarla nella caldaia; è stato un lavoro un po' ecci:tante, perchè il sistema e la formula del colore erano nuovi, e si correva molto rischio di sciupare ogni cosa. Erano quattro tintori a lavorare ed io a dirigerli, mentre il capo della tintoria ci sorvegliava. Ai quattro operai avevamo dato prima un bicchier cli birra, per incoraggiarli; e insomma tutto è andato bene; era bellissimo veder la seta uscir verde dalla caldaia e poi divenire poco a poco azzurra. Il più vecchio degli o,perai s'è ricordato d'aver veduto, da bambino, tingere a questo modo. Vedeste che caldaia! E' formidal::ile: profonda quasi tre. metri, larga quasi due; ed affondata fino all'orlo nel terreno. Per la lana, che va pure

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