53 a quanto pare, per la forza de]].e cose, ad avere una considerevole importanza, forse superiore in totale, a quella del.lo stesso potere centrale. Inoltre, poichè gli i,nteres,si nostri di consumatori, i quali dura·no senza interruzione per tutta la vita, hanno per no-i almeno altrettanta importanza dei nostri interessi di produttori, che si limitano élilleore di lavo,ro dei pochi anni della nostra produzione attiva, noi dobbiamo cercare di assicurarci la •nostra piena libertà tanto per quel lato della nostra esistenza, quanto per questo. Noi non vo,gliamo essere, in quanto siamo esseri umiani, asserviti a noi stessi, e ai nostri simili in quanto siamo produttori di ricchezze. Può darsi che la maggio-ra·nza degli el,ettori, nel tale o tal altro ramo del.la macchina amministrativa - siano essi raggruppati per industria, in organizzazioni di produttori, o, in causa della residenza, in municipali.tà - non sia disposta a offrirci le cose che noi desideriamo, del tabacco, ,per ·esempio, dell'alcool, della musÌ'Ca, dei quadri, o delle commedie. Dunque, se noi intendiamo essere veramente liberi. nel nostro diritto di consumare, no·n dobbiamo essere compktamente sottomessi al voto della maggioranza, fosse anche composta esclusivamente d'i J}r-oduttori. Noi troviamo qui il campo d'azione aperto specialmente alla società cooperativa costituita democraticamente, vale a diire alla libera associazione dei c0nsu1111atori che si riuniscono per procurarsi direttamente degli artico.li speciali che i pot,eri pubbli,ci o le corporazioni di produttori, si rifiutano di fornire loro, o non vogliono fornirl,i nella misura domandata. Ma noi d'altra parte non permetteremo-, nè all'amministrazione dei servizi pubblici, nazionale o municipale, nè alla libera cooperativa di consumo, d'esercitare sulla vita professionale degli operai il potere discrezionale esercitato oggi dal capitaliista privato. Qualunque sia l'o•rganismo sociale che dispone dello strumento di produzione, sia esso lo Sta,to, il C01111une
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