:29 lavoro vi diventi attraente per ttttti, « poichè », egli dke, nel Falanstero tutt~ devono essere felici, perfino le bestie>. Perfino le bestie! Ecco ciò che è commovente. E anche i ricchi•! gi•a.cchèFouir.iiersi preoccupa anche del benessere de.iiriicchi, preoccupazione tanto più rara per un so:cialista. 4: L'errore nel qualie sono caduti i nostri filosofi ci,vi 1 li è di creder,e che si debba lavorare per Ia felicità dei poverii senza far nu11laper i ricchi. Si è ben lontani dalle vie d!ella natura quando non si lavora per tutti (I). Egli ci presenta qUJindidei qua,d:ri veramente graziosi deHa vita che si condurrà nel mondo dieWArmonia. Egli ci dipinge giovani e fanciu'11e, bambini e vegliardi, ricchi e •pov,eri, raggmpantisi. liberamente, secondo le loro simpati,e, dedicantisi a qUJelgenere di lavoro che loro maggiormente aggrada, per abbandonarlo, riprenderlo, i·nterrompendolo con conversazion~, liete risate, giuochi, merende, facendo sventolare le bandi,ere e le iins1egnedi ciascun gruppo, provocandosi a pacifiche sfide in questa o quell'opera. Qui rinunci 10 a seguire Fotl!rier. E' un grande fanciullo che pa,rla; lo stesso che, già vecchio, amava, ancora seguire il reggimento ,che passava colla musica in testa. Certamente! Il lavoro in compagnia è p,iù art:traentc che il lavoro solitario (2) precisamente come il giuoco.; poichè non vi è nessun gh10co che non supponga una cooperazione d:i più persone, sa:Ivo il g:iuoco del solitario, o dii pazi,enza, che sono però piutoosto mellanconici ! Tuttavia un atelier dove si chiacchiera e •si riide (1) Manoscritti di Fourier pubblicati nel 1852, pag. 24. (2) Si potrà trovare una conferma delle idee di Fourier sulla efficacia del lavoro in comune, e per fino le sue analogie col gioco nel bel libro di M. Carlo Bilcher, Arbcit und Rytmus (il ritmo nel lavgro J.
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