Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

46 BEATRICE CÙNCI E così confortando accomiatava il male arrivato giovane, il quale uscendo andava a balzelloni; tanto scompiglio gli avevano messo nella mente le parole del Conte, e le cose alle quali egli aveva assistito. Sentiva il male, presagiva peggio; ma ormai spinto sul pendio del misfatto, non sapeva ritrarsene. La passione, il boa feroce dell' anima, lo stringeva sempre più veemente, e soffocava in lui l'ultimo alito di virtù. Il Conte, appena partito il Duca, recatosi in mano il foglio vergato poc' anzi leggeva, soffermandosi di tratto in tratto per ridere clamorosamente: « Reverendissimo, et illustrissimo Monsignore. La maggiore empietà, che abbia mai inquinato questa sede augustissima et felicissima della vera nostra religione, sta per succedere. Il duca Serafino D' Altemps„ per compiacere a sfrenatissime voglie, trama rapire domani notte, armata mano, dal palazzo dei Falconieri la onesta fanciulla Lucrezia, camerista in casa dei prelodati clarissimi signori. Accompagnano il Duca, complici del delitto, tre o quattro dei più solenni banditi capitanati dal famoso Olimpio, cercato da due anni dalla Corte per ladronecci e assassinamenti, con la taglia di trecento ducati di oro. State su l' avvisato, chè si tratta di gente usa a mettersi ad ogni sbaraglio, e il pericolo aumenta la fierezza. — Di tanto vi avvisa un osservatore del buon governo, e zelante dell' ordine, e della esaltazione di santa Madre Chiesa. Roma li 6 agosto 1598. » — Va bene : la scrittura non può conoscersi per mia: questa fra un' ora sarà nelle pietose mani di monsignor Taverna. — La piegò, e la suggellò improntandovi sopra una croce, e scrivendovi: A Monsignore Ferdinando Taverna governatore di Roma. — A tutto signore tutto onore: egli è Duca, ,e va proprio trattato da pari suo. A cotesta perla del Principe Paolo penseremo più tardi. E poi •ci liberiamo da Olimpio, se pure non giunge anche per questa volta a scamparla. La rete è tesa nelle regole dell' arte; ma Rade volte addivien, che alle alte imprese Fortuna ingiuriosa non contrasti.

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