CAP. IL - IL SUOCERO 157 si conducessero a divorarsi. le mani per fame, io risusciterei per istrozzare i giudici che sentenziassero a loro vantaggio... E poi ho istituito eredi luoghi pii, corporazioni religiose e simili mani morte. Mani morte! — Chiedea mattoni, e gli portavan rena... che torre di Babele è mai questa? Ormai bisogna riformare la lingua. Mani morte! Ne • furono mai vedute- in questo mondo più vive a prendere, e più dure a ritenere? Avanzano i fidecommessi ! Immenso tesoro! Ora come adopererò io per svincolarli, e disperderli? Bisognerà che io me la intenda col Cardinale Aldobrandino: costui prendefebbe anche Io inferno per raccattarvi cenere. Quale avarizia feroce! Trama di prete romano, e orditura di mercante fiorentino! Io credo fermamente, eh' egli abbia provato a trarre sangue dai sassi del Colosseo. Ma per levare ai lupi mi è d' uopo gettare alle jene... fiere contro fiere... dura necessità! ma sia; — ptirchè rimangano ignudi i miei figliuoli, venga anche il diavolo, e si vesta , del mio mantello. — La onorevole figura che farebbe il diavolo, co/ mio mantello scarlatto trinato di oro! Nessuno presuma accusarmi di non aver lasciato sostanza i miei figliuoli e nepoti , chè avrebbe torto. Come Timone lasciava agli Ateniesi il fico del suo campo onde vi si potessero impiccare a loro beh' agio, io lascio in retaggio ai miei discendenti il Tevere perchè vi si affoghino dentro (4).
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