Giuseppe Faravelli - Per l'autonomia del Partito socialista

nella sua fondamentale struttura. In simili condizioni un'altra prassi sarebbe stata se1nplicemente «pazzesca», per dirla con Antonio 'Labriola. Ma la· prassi rifo,mista era già diventata inattuale dopo l'altra guerra. Il • R:fare l'Italia» di Turati - grandioso piano d1 rinnovamento integrale del paese ·- dimostra che i cosi detti «riformisti» ne avevano piena coscienza, più dei così detti «massimalisti» antenati del «fusionismo». Orb.ene ~ e questo s a ben chiaro non solo ai nostri detrattori, ma anche agli amici che si facessero illusioni sul nostro conto -: noi siamo fermamente convinti che, &e continu€rà 11 volgare riformismo sindacale e parlamentare. nel quale ci siamo baloccat: sin qui sotto l'ispirazione dell'opportunismo comunista e fusionista, noi fare!"o la fine della social-democrazia tedesca! Noi dichiat iamo però apc-rtamente di voler porci sul terrenn delle istituz:oni repubblicane e della ricostruz:one, contro l'oper~ di d ssolvimento che altri stanno organizzando, più o meno pubblicamente, per fomentare la guerra civile. Ma se vogli8mo richiamare le masse su questo terreno, se vogliamo richiamarle alla concezione del socialìsmo democratico, se vogliamo salvare la repubhlica e la libertà, dobbiamo impostare senza ritardo la nostra azione, parlamentare e non parlamentare, su un nuovo « Rifare l'Italia», cioè su un piano economicosociale, che, - rispondendo al generale ed impellente bisogno di libertà effettiva e di giustizia sociale delle classi l&voratric: - prospetti un cambiam<)nto profondo nei rapporti sociali del nostro Paese, a cominc· a, e dalla sventurata Italia del Sud: insomma « una ben.fica integrale» dell'Italia, secondo l'espressione di Filippo Turati. Riforma democratica autonomistica e laica dello. Stato - riforma indust1 iale e del credito - riforma tributaria -- riforma scolastica - e specialmente riforma agraria. E, :n correlazione con queste riforme, un·azione immediata ed energica per risolvere i problemi impellenti degli approvvigionamenti, della disoccupazione, degli alloggi, della moneta, ecc. Su questo piano - senza domandare consigli o permessi a Togliatt; o a De Gasperi - dobbiamo impegnare battaglia nel ·Parlamento e nel Paese, mobilitando le grandi masse, mirando alla conquista totale del potere e, in ogni caso, subordinando strettamente all'accettazione d1 quel piano la nostra collaborazione eventuale con altri partiti, senza nessuna paura di crisi governat:ve, parlamentari ed anche sociali. 28 Biblioteca Gino Bianco

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