Ulderico Grottanelli - Attentati... letterari!...

M MAZ 0700 00209 p

ULDERICO GROTTANELLI ATTENTATI ... 1ETT~RARI I... J3ozzETTI ANCONA Tipografia I stituto Buon Pas tor e 1884 •

\ QUEL! \ S.\~'1 .\ DO~ :X.\ ~HE MI; HA FATTO D'A W.ADU t l> \l 1.1' \IlE llUOXE SORELLE Q.UESTO LA\'ORETTO SI\ l'O\' ERO S EG :-JO DI U'i ll ' l·ET TO n!MENSO E COSTANTE l R \ LE 1.01 TE CRUDELI DJ, LL.\ VI:'A !.' .\~1~1.\ IRRUEXTE c t .RC.\ \FFETTI DOLCI E ~liTI :-IELLE ~-\~TE CAREZ/.L DEL!..\ l .\~!!GLI\

,~"' . ·, l;) lA ~J..c Uou h'ccovi, egregi Siguori, tentati •• • letterari . . . miei poveri atÈ 111! lavoret/o senza alwna pretesa 1 f dove al certo 11011 bo cercato di mettere quella fiuta di erudizione rbr io 11011 bo, e che i uuovi pubblicisti dell' oggi '!Jogliouo lasciar trnJparirc dai loro scritti pornografici .. . Il mio fibre/lo ba iu sé il profumo del rirordo ... Souo gli mmi della mia iufau::;_ùt rbr, evocati it1 uwme11fi dolorosi, mi bmmo fallo ,·crista, ma 11011 di quel verismo scollacciato td indiscreto cbe oggi ba il maudalo di traì•iare la buoua gimm111i ..•

l l 11110 vaislli<l i lJIII'IItl di 1111 Clltlrl' addoloralo, c!Jc ha IIm/o soflÌ'ri<, p~r 1111 disiugamw cruclclc; t 1 il <'trimw della giot•iuc~~a .-be 11011 t•uole coprire di 111111 larua smlim,•uJal.- le sut' aspim~ioui t' le sue 1·imembrau~c, 11111111do que.i/1' ispira::;_ioui c ques/c rimembra11~c n parlauo, col trist•• liuguaggio del dolore . . . 1:· forse il mio librcflo sani /r(Jppo uJeslo, Jroppo piaugmll' . .. .l frt perdcma/c lt Illt' pcahc· - e 11011 sarrumo poche - c pmsatc c!Jc esso serve rt Jtslimouiarc il mio a_ffello a lrr persoue adorale che hauuo mllegrala la mia gioviue;r~a . . .

Se In Stlllfiltt di questo n.ffella puJ csscm1i di difesa, oflom sjidcrJ i111pnvido i tribunali deìla critic.1 por/nudo nd attenuanti quPslc car,· discolpe. l11umr;J nd u11n 111ndre e n due sor,·flc adora/c fa v..:rg~1 dci Catoni della pubblicit.'1 11011 111i potnl colpirc ... n.. ,~ ..... 1'; '.?l) aq,,.,, .. 1SS'.. . ,,

~nu~ri ~igli! ...

mrillJ \\llll) n~rso l' ori..:ntc poche mstdle; .di' occaso tetra, mebnconic.t una lunga striscia nera cr.t ogni t.tnro solcata da quakhe l.tmpo rossastro. Un venticello kggero leggero agitava k \"<.:nii foglie degli alberi, c il gufo di lontano col suo strido tnonorono strazia \":t l' .lllim;t . . . * * *

Era mezzanotte, c gli ultimi rintocchi dd!' orologio si perdevano lentamente nel h sonorita dello spazio, lasciando che la eco ripetesse con lugubre cadenza quei tocchi uniformi c tetri ... Il ciclo si era fatto piLt scuro, ed il \Tnto soffiando fortemente squassava gli alberi, mentre tr.t le frondi passando impetuoso produceva una specie di cupo ululato. Il gufo non strideva piLt, solo l' arrlC11<' di tanto in tanto si facev:t sentire fr:t le siepi, c lr rane gracidavano lontane nella campagna ... Era una scena rattristante; con contorni neri, uniformi, melanconici ; scena e contorni che mettevano nell'anima una trepidazione dolorosa, uno spavento indefinito .. * * * - Mi vorrai sempre bene, fanciulla mia, oppure tutte queste guerricciole tremende faranno diminuire l'affetto che tu senti per

I) - mc? •. lo non ho nulla da offrirti, è un povero cuore, è l'ispirazione di una mente: ferma c pura che s'inchina a te, a te che rappresenti la bellczz:t della vita, la speranza dell'avvenire ... - Cattivo! .. Ma io ti vorrò sempre bene, io t'amerò sempre, sempre. Un bacio scoccò .. In quel momento un bmpo rossastro illuminò la scena, c soli, in un piccolo giardino, si videro seduti l'un presso l'altro due giovani strettamente uniti dal fascino poderoso dell'amore. Il tuono rumoreggiava cupamente, i lampi di tanto in tanto rompenno la profonda oscurità e facevano d'un tratto impallidire quelle poche stelle che mestamente brillavano in quello squarcio di sereno ... * * * - Senti, tu sai che debbo partire, m:t nell' anima mia vivranno sempre i tuoi ricordi, nel tuo affetto troverò quel linguaggio

- 16 ~oan: che personifica la bdlezza dc!Lt vita; c l:l\·orerò, laYorerò sempre per poter presto essere completaniente felice .•. La soci..:t:ì frivola, nienzogner:t, che si copre il ,·olto scorbutico con una lan·a sorridente ..: gioconda non mi attr.ur:t, ma tu pure fuggi dalle pcrigliose orezze della Yolutt:ì, c qu:tndo solctt:t starai tr;mquilla ..: pensosa nclb tua cameretta, ricordati che un amico fedele pens:t a te, che ndle burrasche dclh ,·it:t, fr:tl' impetuoso turbinare delle passioni, pur.t, Yera, scntit:t nell'anima sua \'iYrit sempre Lt tua diYina immagine: io t'amerò, 1:1isa, io t'amerò con l'entusiasmo, con la lede, con la devozione di un'anima giovine che sente c manifesta il culto profondo c s.tc ro dell'amor..: . . . - Via, via, Alfredo, le tue parok mt ùnno male: io t'amerò sempre ... Puoi tu dubitare di mc? .. Ma le tue parole sono offesa al mio :tflì:tto, al mio ...

- 17No, no, Elisa, non crederlo: è l' angoscia che mi strazia, è il dolore che mi uccide . . . Ma non sai che quando sarò soletto e non avrò che i miei soli ricordi, e che in questi poveri ricordi dovrò trasfondere tutta l'anima mia, tutta la potenza della mia gio\·anc Yita, non sai che la febbre delle tetre riminiscenze vcrr:i a togliere dal mio labbro il sorriso della giovinezza, e che il ghigno bctT.'lrdo dell'indifferenza verrà a rendermi cattivo cd incredulo? .• Ma non sai che pur anco la religione dei morti, questa santa religione che inspira le più nobili passioni, le piu soavi c le piu celesti armonie della natura, non sai che pur anco sa r.\ morta per quest'anima istcrilita, che dinnanzi al quadro maestoso del creato, rcsteni fredda e beffarda? . . E tu vuoi che la mia tavolozza sfoggi di colori brillanti quando tutto all' intorno piange, quando dal mio interno malinconica, triste,

18afflitta 1111 apparirà la divina figura della mia musa? .... Va, fanciulla mia, per noi artisti che sentiamo le passioni, per noi che altamente comprendiamo la bellezza ed il genio, per noi l'oscurità dell'intelletto è la morte, per noi la febbre dci ricordi è la febbre che uccide l'ispirazione, che uccide l'estro . . . -- No, no, pazzerello, io ti amerò sempre, io ti vorrò sempre bene .. E sì dicendo la fanciulla cingeva con ambo le braccia il collo del giovane che baciò ripctutamente e con frenesia quelle labbra adorabili . * * * Vi fu un silenzio di pochi minutt, mterrotto solo dallo stormir delle frondi ... Solo di tratto in tratto st udiva la carezza eloquente di un bacio, e fra un lampo e l'altro si vedevano queìle due ombre strette m un amplesso affettuoso

- 19Passò cosi lungo ... brevissimo tempo; poi il giovane si scosse, prese per le mani la fanciulla e cercando leggerle negli occhi, disse: - Bisogna che io mc ne vada, Elisa, il treno parte alle 4, r 5 : bisogna che io corra a casa, ch'io saluti la mia vecchia Marta ... . Fatti coraggio, bambina mia, presto, sai, ci rivedremo e saremo felici ... La fanciulla non rispose, diede in un pianto dirotto e si strinse al collo dell'innamorato. - Senti, Elisa, io ti scriverò spesso; nelle mie ore di malinconia ricorrerò a te, ti dirò quello che sento, tutto quello che soffro . . . Ma tu vogliami bene, amami sempre, che ne ho tanto bisogno ... La fanciulla singhiozzava sempre, e con stretta convulsa s'avviticchiava al collo dell' artista, che lentamente procedeva verso il cancello, che metteva sulla via . . . Là

-20giunto prese la fanciulla fra le braccia, l' accarezzò con passione ... fra quell'oscurità profonda cercò leggerle nel cuore, e congiungendo di nuovo le labbra in un Bacio lungo, appassionato, ardente} fuggì via ..• La fanciulla lagrimosa tentò fermarlo .. lo scrutò fra le tenebre .. e poi dando libero sfogo al pianto, s'appoggiò abbandonata alle sbarre del cancello . . . Il tuono brontolava ancora piLt cupamente} il vento con forza squassava gli alberi, e alla luce dei rossastri bagliori le rane gracidavano nelle pozzanghere remote nella campagna infinita, mentre l'eco portava lontano lontano i lenti tocchi dellJ avemaria del mattino . . • -

UN PO' DI STORIA Si era al r865 ... In una piccola borgata vicino a Chiaravalle, nella profonda solitudine di un' amena c pittoresca villetta, si era ritirato ùa quasi dieci anni un signorotto devoto alle leggi della Chiesa, il Conte Anselmo Storiani . . . Era di vecchia f.1miglia, cd ora annoiato della vita, sfiduciato quasi di sè stesso, e timoroso dell'invadente spirito di libertà, viveva solo solo in un suo feudo bellissimo eredità antichissima della sua vecchia famiglia. Dissi solo solo per modo di dire, per

-22 - rendere piLI scuro il quadro ... Ma a rallegrare quella monotona solitudine · vi era un angiolo, una bellezza pura, gentile, seducente ... Era la figlia del Conte Anselmo; una bella giovinetta in sui diciott'anni, flessuosa, sorridente, divina: una di quelle pure creazioni della natura, che sembra vivano sotto il f.1scino potente della bellezza del creato ... Era Elisa: aveva perduta la mamma quando ancora era bambina bambina, ed il babbo burbero e bisbetico l'aveva chiusa in un com·ento di dove non l'aveva ritirata che quando aveva diciasette anni Quella povera fanciulla che non sapen che cosa volesse dire carezza materna, che nelle fredde mura di un convento, fra le rigide c rugose monache biascicanti sempre salmi ed orazioni, aven . passati gli anni vivaci dell'infanzia, non sapeva che più in L\ di quelle mura vi fosse un mondo sorridente,

23 - un profumo divino che si elevava diritto diritto al Creatore, senza avere bisogno della stentata prece di qualche suo ministro .. . Quante volte forse col suo curioso spirito di bambina, guardando dalle inferriate avrà scrutato e presentito quel mondo ignoto a lei, e chi sa quante volte avra pianto evocando ricordi che di certo su lei non avevano nessuna potenza, nessun fascino! La superiora, che sperava chiudere la bambina nella vig11a del Sig11orc, l'accarezzava sempre, e fra una orazione e l'altra le tesseva le lodi di una vita di macerazione e di contemplazione, Yita che troppo è diversa da quel concetto puro, vero che ispira la religione Ma Elisa a sedici anni non a\·eva nessuna vocazione pel monastero. Nella sua testina di fanciulla ingenua aveva formati tanti bei piani, che quali sogni dorati rallegravano quella giovane vita

- 2-J- - che brutalmente si voleva togliere alla famiglia, alla società per gettarla tra tetre mura a maledire quell'istante in cm sacnficò le gioie più care della vita per un:~. esistenza di martirio c di delusioni o o o E la sera quando nell'orto del suo convento andava solctta a passeggiare, ed il limpido raggio della luna piovev:t giLt giLt a illuminare quei bei miracoli della natura, Elisa sognava e il suo cuoricino da vergine batteva forte forte mentre una estasi profumata la trasportava negli orizzonti infiniti di un sogno vago e beato o 0 0 o Quando poi la campana la chiamava alla preghiera, quando nell'oratorio illuminato debolmente da qualche lampada fioca volgeva la sua preghiera a Dio, forse quei sogni, quelle accarezzate visioni non avranno più rallegrato il suo spirito, e fredda, malinconica, spaventosa le sarà apparsa in tutte le sue fasi monotone la vita del convento o o •

-25Allora non vedeva più le bellezze del creato, l'estasi non colpiva più il suo animo di verginella, e solo il concetto di tma ferrea religione atrofizzava quelle bellezze e quelle estasi, facendo svanire i sogni più belli tra il biascicare nasale delle quotidiane preghiere. Povera Elisa ! ... Ma venne presto il giorno in cui usci dal convento, e fu un giorno di festa quello; fu il giorno più bello della sua vita ... Benchè il babbo rtl\•ido, campagnolo, bisbetico non le potesse far conoscere che cosa voglia dire una vita amorevole, pure lontana da quelle mura fredde, tetre tetre, si sentiva più libera, si sentiva pitl buona. E quando la sera nel silenzio della sua cameretta innanzi al ritratto della mamma, pregava, le ~embrava che la sua prece salisse lentamente al Creatore, c che infondesse in lui il culto gentile dell'amore e dell'affezione . . . Le pareva più beJia la

- 26 - vita, e vergme di Dio le sembrava di consacrarsi meglio al Creatore leggendo nel libro immenso della natura che stando a consumars1 fra le mefitiche mura di un chiostro .. Il babbo lo vedeva di rado. Di giorno in giorno diYeniva più insopportabile ... Soffriva crudelmente di gotta, e fra un:t giawlatoria e l'altra si lasciava sfuggire grosse bestemmie che poi cercava correggere con rapidi segni di croce ... Il vecchio conte ritirato sempre nella sua camera - die era un vero Santuario - non leggeva che lfbri ascetici e quella storia famosa che rese tanto celebre il prode Loyola . .. L'eco delle battaglie e delle conquiste della libert;\ lo irritavano, imprecava ai nemici, e pregava fervorosamente perchè nulla fosse tolto al potere del ·santissimo Padre .. * "i< *

- 27 - Intanto Elisa di giorno in giorno si faceva pitt bella, di giorno in giorno sul suo viso ritornava l'incarnato, c di sotto agli occhi era sparito quel segno azzurrognolo che imprime la vita del chiostro . . • Di rimpctto al suo villino vi era una casuccia da colono; bianca, nitida, pulita ... Era abitata da una vecchia comare che, vedova, viveva con quel pò che aveva, e con il raccolto d'un piccolo poderetto che faceva coltivare ... Elisa vide un giorno un gio,·ane in quella casa, lo guardò, c . . . - ingenua e buona - senti nel suo cuoricino qualche cosa che le parlava eloquentemente. Il giovane era simpatico ... Alto, slanciato della persona, con i capelli neri ben raV\'iati sulla fronte, e due occhioni intelligenti c amorevoli, con due piccolissimi baffetti neri, aveva l'aria buona e generosa . . . Anch'egli vide la fanciulla, la guardò, la contemplò anzi,

- 28 - e - fissandola attentamente - parlò colla vecchietta ... La f.1nciulla arrossi ... si ritirò dalla finestra c domandò alla sua cameriera chi fosse quel giovane. Quella buona donna le raccontò una storia dolorosa: disse che quel giovane, orfano dci genitori, er.t stato allevato da quella vecchietta -- che era stata sua balia - e che era venuto a trovarla per passare con essa qualche giorno, stando a Roma :1. studiare la pittura . .. Fu una storia a g.tloppo, ma le storie a galoppo sono quelle che impressionano di più, ed Elisa nella sua ingenuità pietosa di fanciulla concepi per quell'orfano, per quell'artista una simpatia che di mano in mano si cambiò in amore. * * * .•.... Non so come se lo dicessero, ma quello che posso accertarvi egli è che

- 29s1 amarono presto, e si a!narono con tutta l'effusione, con tutta la fede di due nobili cuori. Il giovane era artista e nella fanciulll aveva trovata l'ispirazione. Quella fanciulla per lui evocava i suoi ricordi, santi ricordi che lo trasportavano lontano lontano a cercare in una nebbia profonda i visi adorati dei suoi genitori che dormivano in pace nel sacrato del villaggio. Non li aveva quasi conosciuti e nella sua mente entusiasta cercava quei profili adorati, e col suo pennello veniva a ritoccare dolcemente quei volti perduti là nel fondo delle rimcmbranze infantili e che per lui rappresentavano i ricordi del passato, le ispirazioni dell'avvenire. I suoi poveri morti nella pace delle loro fosse, nel silenzio profondo della morte nonpotevano ispirarlo, e lui poveretto senza lifetti, senza amore, senza dolcezze non

- 30 poteva chiedere alla sua tavolozza colori svariati quando nel suo pensiero non vi era che la morte? ... Aveva studiato, e cor,tggiosamente studiato; aveva abbattuto tutti gli ostacoli c vedeva l'avvenire sicuro. Era figlio di rustici possidenti, m:t non aveva un nome illustre. - Alfredo Pasquali aveva il blasone del genio, ma 11011 della nobiltà; h sua corona era una ghirlanda d'alloro sprezzata in quei tempi di dispotismo in cui il genio si doveva inchinare innanzi all'insolente spavalderia dei ricchi ignoranti. Alfredo amò Elisa e l'amò come può amare l'artista ... Ma non era nobile, non a,•eva un nome illustre da offrire, ed il vecchio bietolone non avrebbe acconsentito di macchiare il suo dorato blasone col dare la sua nobile figlia all'artista plebeo .. •

-31Ma all'amore non si comanda, dice un proverbio, cd a ragione ... I due giovani fidenti nell'avvenire s1 abbandonarono ad un idillio gentile, mentre il vecchio devoto fra le punture della gotta pregava il Signore . . .

UN ANNO A ROMA Ciò che fosse Roma 20 anni fa si comprende facilmente se con la mente ci trasportiamo a quei tempi, se rompiam0 il velo misterioso di tante pagine storiche, se entriAmo un pochinà in quella vita di prepotenze e di tiranni1 che co'n bella parola greca si può dire - Teocrazia ... Ma la Roma anistica, la Roma dei pittori e degli scultori, quell;t Roma in cui . rivivono le più belle memorie del passato, le grandi manifestazioni dell'arte e della potenza, quella Roma non era stata bruttat:t dal fango di quei tempi, m:t ancora

-33pura c intc111crata riflcttC\',t b sua luce sui figli diletti ... M,t eravamo in una epoca perniciosa, m una epoca in cui la sventur.t sembrava volesse abbattere !:t santa causa della libcrtit ..• Quanti nomi non sono scritti col sangue sulle gloriose pagine della nostra stori:t, quante pagine non sono spruzzate dal sangue dci martiri che morirono colb fede nel cuore, maledetti dal Pontefice Sowano che dal soglio di S. Pietro, voleva dettar leggi su noi? ... Ma h gioventù balda c ardente, che non comprende pericoli c che non vuole soprusi, sorrise alb morte, cd animosa, forte, disertando dalle famiglie, d.lilc città, dagli studi si gettò sulla via della vittoria, volontaria lottatricc nelle battaglie della nostra indipendenza ... Era in questi giorni che giunse a Roma il nostro Alfredo . . . Gio\·:tne c baldo com-

-34 - prese l'alto concetto della Jl'ltria, ma restò muto, sconsolato, sfiduciato quasi, innanzi alla spavalda prepotenza d~.:i ministri di Dio ... Si l)iedc allo studio ... Studiò, lavorò con lena d'artista, c nel marmo freddo, aspro tr.tsfuse l.t gcntilczz.t dci suoi pensic• i; sulla teh fece riYiverc le bcl!czzc della su.1 anima, c nelle sfumature, nei contorni, in quel tutto poetico c sentim~.:ntale oguno si sentiva trascinato a pensar~.: a qualche cosa di veramente gra1\de, a qu,tkile cosa di caro che f.1ccsse riYi,·crc k pÌLJ sacre, le pill dolci riminisccnze ... l~ l'arte che parl:tn col suo linguaggio divino: che colla dolcczz,t della sua parol.t infonde,·a h vit:t c l'armonia: vita c armonia sorgente iuminosissima deil' arte c del genio ... Aifredo soletto con i suoi studi, con i suoi ricordi, con il suo amore Yivev.t

- 35 - mestamente asquistamlo di giorno in giorno nome, fama, onori . . . ;\la anche l'artista ha una patria, anche l'artista che sogna idillì ideali c patetici non resta muto innanzi all'offesa f:ma alla sua terra natìa Dal monte venivano le Yoci delle b:ntaglic... Il g·~mito dci moribondi rincoraY•t gli avviliti; l' urr!t dci valorosi soldati chiamav.t alla vittoria, h \·oce della patria al dO\'CrC . .. Alfredo si sentì italiano ... TroYÒ pitt freddo il suo marmo, i suoi colori più smorti, i suoi qu.tdri più tetri, i suoi ricordi più dolorosi c comprese che anva nel cuore un.t spina, che prima di essere artista egìi er.t cittadino, c che al h gloria dell'arte doYCV•t anteporre h gloria della patria E non andò più soletto; il suo Yolto non era più malinconico, non ave\·a pitt h dolce ispirazione poetica dell'artista, e

come l'eroe della pnma - spezzò i suoi gessi, gettò !ungi da sè i suoi pennelli c i suoi colori, muti linguaggi per chi sente la patria . . . Congiurò . . . Soffcrsc le angherie degli sbirr i; congiurò nel silenzio ddla notte, in quel silenzio profondo, monotono, tetro : congiurò coll'ansia febb rile di chi si sente schiavo c vuoi essere libero, di chi si sente soggetto c vuol essere indipomdcnte . . . * •• Ro111n, il 10 Aprile 1866 T u 1111 dici nell' ultima tua che sei afflit ta. . . . E perchè, Elisa mia ? .• Tu mi parJi con amorevoli parole della tua povera mamma; tu mi dici che vorresti avermi vicino ! . . . Se ti potessi par-

-37- !are; se ti potessi dire tutto quello che sento nell'anima, tu di certo non mi diresti più ch'io sono cattivo, perchl: non ti scrivo spesso ... Io cattivo?! .. Ma non sai, Elisa, che 111 questi giorni in cui la patria ha bisogno dei suoi figli, non sai che io mi sento piccino piccino nello starmene qui nel mio studio a ritoccare la testa di qualche santo, invece che correre a pugnare con i miei amici, con i miei fr.ttelli ? ... Ma prima di essere pittore io sono soldato; prima di avere la più piccola glori;t per i miei lavori debbo pagare il mio tributo di sangue come cittadino e come figlio. . . Quella glori.t, Elisa, sarebbe sfruttata: io non potrei alzare la fronte e respirare l'aura della libertit, nulla a\·endo fatto per la mia patria. .. Quando veggo i miei amici pronti a partire, pieni di fede, di entusiasmo, non

- 38 - sai che mi sento stringere il cuore, c che quei loro baci mi sembrano una derisione? .. Ma io pure sono giovane, io pure italiano ... Perdonami, Elisa, 111:1 i: il dovere che mi chiama, è il mio dovere; pcrchè qual cittadino sarei se non difendessi la mia patria? .. . Tu mi parlasti di tua madre, poveretta, che dorme laggiù nel nostro camposanto; è in nome di tua madre che io voglio difendere la mia; è in nome dci nostri morti che dobbiamo pugnarc per la libertà delle loro fosse, acciò sulla loro terra non sventoli più il maledetto vessillo dello straniero .. Sri tu pure italiana, Elisa, c tu pure b devi amare questa nostra patria, tu pure devi volere che non vi sicno che it:tliani quaggiù, solo italiani... Mi bai compreso, mi hai amato quando ero un povero artista, orf.·mo e solo, mi amerai anche oggi che artista - soldato ho

- 39 - troYata nella santa patria Lt mia pO\'era madre... Prega, prega, t.mciulla tma : tu mi sai scettico, ma non cattiYo: l:t tua prece di buona f.1nciulla mi c cara tanto: prega, prega per me e 1.1 sul campo quando ci batteremo il tuo pensiero sad sempre con me, nell' anima mia i tuoi ricordi riYinanno ognora, .: mi sentirò piLI forte combattendo !:1 c.lus;t della li berti!... E se un giorno ti dicessero che fe rito, mutilato, sono morto sui campi di battaglia, tu, bambina mia, ch'io ho t:mto amata, ricordati qualche volta del tuo artista amoroso, dello sYentur:lto soldato. .. ,\la Yia, \'ia le ubbie dolorose... La morte st.tr:t !ungi da me; Yi sei tu che preghi .. . Ma oggi che sono solo, oggi che sento tutto all'intorno. gridare alle arlili dO\-rci stannene colle mani alla cintola per sentire i morenti gridarmi da lontano: Codardo?! . .

- 40 - 1\o ! . 110 ! . . . Elis:t, tu 11011 vorr:tl ciò: il tuo sposo lo Yorr:ti nobile : ieri :trtisu sui c:tmpi dell' :me, oggi sold:tto delle p:ttric b:tttaglie, dom:tni... citt:tdino e sposo... Addio, f:tnciulla mi:t, non pi:tngere per me; tu sai che mi:t madre mi gmrd:t, che mia madre mi guid:t ... La mia :trtc, i miei pennelli, i miei m:trmi ! ... Che farne? .. . qmndo l' :tnima l: mut:t, quando il pensiero l: morto ? ... Tu sola, tu, fanciull:t mia, YÌvrai sempre pur:t in questo poYero cuore, e se h morte rispetted il meschino sold:tto, domani, novclhmente :trtista, ti saluterò mia sposa.. . M:t se morrò ? ! ! ... Ricordati allor;t di mc, non disprezzare la mia memori,t, non maledire il mio :tffetto: se io sarò morto, s:trò morto per essere degno del tuo :tmore . E :tn~a, ama, :tm:t sorridendo, fosse anco triste quel sorriso, il tuo

AL LETTO DI MORTE Era passato un anno ..... Un anno di dolori, di ansi~ per h sventurata Elisa ... Alfredo non l~ aveva scritto che poche volte, poi non aveva piu nulla saputo di lui . . . L' avc,·a forse dimenticata? .. . ~o, no, non era possibile: allor.t? .. . Forse morto? ... Qm:sta trista idea che fissa le tortur;~.v.t Lt mente, quest<t idc,t dolorosa che spezza,·a l' :mimo suo, si t\ ceva di giorno in giorno piu orr ibilc. Povera Elisa! . ..

- 42 - Dal suo dolce Yisino era sparito il sorriso: i suoi occhi non avevano piLI l' espressione gaia della fmciullezza: essa mesta, piangente, abbattuta si torturava l'anima con tristi presentimenti ..... * * * E il vecchio conte era agli estremi... Elisa - po\·eretta - lo assisteva giorno c notte: ma t un momento si allontanava dal letto del Yecchio signorotto, che, in quegli ultimi istanti, comprendeva tutto il bene figliale ... E la vedeva lì seduta Yicino al capezzale queib bella fanciulla a cui mai egli aYeva sorriso . . . Il pallore di quelte guancic gli davano da temere, ma non fiatava ... Se h guardava tutto il giorno e piangcYa, piange;·a . . . bestemmiando in cuor suo b sua Yitaccia, cd il suo cattivo carattere ... Ma una notte, nel mentre il vento più furioso che mai imperYersaYa, e che h piog ·

43 - gia vcni,·a sbattuta contro i vetri delle finestre, il conte con voce fioca si chiamò Yicina la sua Elisa . o o Le prese le mani c (·mala sedere sulla spond.t del letto, dopo a\ocrh a lungo gu:trd.tta, le disse: - Elisa mia, come potrò ringraziarti di tutto quello che tu ('li per me: come potrò r icompensare questo tuo alTetto? oo o E quando penso che ho passata la mia vccch iaja solo, come un cane ringhioso, senza un sorriso, mi pare di essere stato tanto cattivo o oo A\·eyo Yicino a me un buon angiolo c non lo ho conosciuto o o o Ma tu non avr.li r.t ncori col tuo vecchio brontolone o o o Xo, no o o otu mi Yorrai sempre bene perchè sci buona ooo perchè sci mia figlia o o o E piange\oa, piangeva o o oElisa prese fra le sue mani l:t testa del babbo, e stringendola forte forte la baciò piu c piu volte, poi, quasi trasfigurata, alzò gli occhi al cielo

- +1 - per ringraziare ... Non si ricordava di aver baciato mai suo padre. Il \'ecchio sotto quei baci di fuoco si scosse ... I suoi occhi si fissarono su la testin:t d'Elisa c - attirandoseb al petto - la baciò in viso e poi mormorò . . . - Fosse St<lta cosi la tm povera mamma ! .. - La mamma ? ! . Che dici ? . . - Non l: un rimprovero sai, Elisa mia .. Dio mc ne scampi ... Era buona anche essa, ma cr.t ncn·osa, suscettibile . . . . Quando la spos:ti l' am.wo con tutte le forze dell'animo nuo ... Ero giovane, a~evo vcnt' anni . .. Per quindici anni non avemmo figli ... Tenevamo con noi Rodollo, ii fratello di tua madre . . . Tu lo s.ti come scmpec la ho pensata, c lui, quel tbnnato, se la godeva a tortur.mni . . . Io m· inquietav'l - ruppi ogni relazione con Rodolfo c lo c.tcciai da casa . .. Tm madre,

- 45 - pianse, pregò, nu io non volli cedere .. Allora Rodolfo si fece ,·olontario . . . Eravamo nel 49 ... Due mesi dopo, Rodolfo era morto a l\m·ara ... Da quel giorno non vi è stata più pace in casa ... Essa sempre piangente, sempre triste, sempre pungente ... Io bisbetico, arrabbiato, c con un po' di rimorso nel cuore . .. Tu nascevi in quel tempo ed essa morì ... D'allora in poi non sono stato piit io . . . M:~. oggi, oggi che mi trovo sull'orlo della fossa, C<tpisco che ho fatto male ... Ma tu perdonami, Elisa, se non ho mai rallegrato con un bacio h tua gio,·inezza, tu perdona a questo vecchio infelice la sua colpa, e quando sarò morto vieni a tro,·armi e ricordati qualche volta di me ... Elisa piangeva : teneva stretto stretto ai collo il suo vecchio e ogni tanto baci:~.va quel viso di già contr:~.tto dalla morte ... * * *

Poche ore dopo, h povera 'fanciulla pregava ginocchiorl.i appiedi di un letto funebre ... Una imaginc ogni tanto si fa.:cva scorgere sorridente in mezzo a quel dolore, ma subito svaniva per bsciare :mcora più triste, ancora pit't addolorato quel povero cuore ... Un male lento cominciò a distruggere la sventurata Elisa: di Alfredo non avc,·a mai saputo nulla ; lo credeva morto ... Stette cosi quasi sci mesi . . . poi st mise a letto ... Una tossettina leggera leggera h conduceva alla tomba. Si sentiva triste, S\"enturata . . • Un mondo di visioni vcnivano ad accarezza re :~Ile volte i suoi sogni infantili ... c vcdc\'a attraverso quel bujo le care imagini di quelli che tanto aveva amati e che non sperava di rivedere m:u più ... * * *

-47 Era un bel giorno in sull'ultimo dell' inverno ... :Nella c:uneretta d'Elisa Yi erano alcune Jmiche che piangevano . . . La poveretta stava proprio per morire ... Il visino delicato aveva un color bi:mco, le occhiaie alfond.1te contornate d.1 un brgo segno nero, gli occhi vitrei, e le mani affilate ... Era a tale stato di spossatezza che più nulla vi era a sperare . .. Ad un tratto h porta in fondo si aprl cd una \·ecchicrella tutta scalmanata e tutta tremante corse ad annunziare alle amiche che il signor Alfredo era alla porta ... Le ragazze si guardarono in \·iso, non sape\·.mo che dire, quando entrò nella stanza Alfredo. - Pallido, magro, con gli occhi a!londati, col respiro a!Ilnnoso, si appoggiava pesantemente ad una stampella .. . Attraverso la guancia sinistra aveva una lunga ferita non ancora per bene cicatriz-

zata. - Vestiva l'uniforme da ufficiale dci bersaglieri e sui petto gli brillava h medaglia al valore ... Alfredo con un colpo d'occhio capì tutto ... Gettò un urlo che gli restò quasi strozzato nella bocca, c trascinandosi fino al letto si gettò ginocchioni c pn.:sa una delle mani che erano a penzoloni si mise a baciarla con frenesia .. . Elisa si scosse ... Vcdendo un uomo ebbe un senso di paura ... poi ... lo guardò fisso ... fu presa da un tremito, gettò un urlo, si drizzò sul letto, c prese fra le sue mani la testa di Alfredo. - Lo fissò a lungo, Yoleva parlare, lo baciò ... se lo serrò più volte al seno ... Poi a poco a poco gli occhi si fecero immobili, i muscoli del viso si irrigidirono, atteggiò le labbra ad un sorriso e, presa da una forte convulsione, cadde all'indietro ... * * *

- 49 - Il gwrno dopo fra quelli che accompagn:wano b povera Elisa al camposanto vi era anche Alfredo .. . Piangeva come un bambino... Quando vide calare 1:1. cassa nei sotterranei della cappella si senti stringere il .:uorc... Non capi più nulla... Restò Il solo per più di due ore... Cadde in ginocchio c per la prima volta dopo tanti anni si mise a pregare.. . Quando tornò a casa si gettò sul letto, stette a lungo cosi senza capire più nulla . . . Quando si riscosse era notte... Andò al tavolo, accese la candeLl, c tenendosi la testa con la .m:mo sinistra prese un foglio c cominciò a scriYerc ad un suo caro amico ... * * *

- so - Lo sai con che 3nsia attendevo il giornv di ritornare al mio paesetto... Lo sai con che gioia partii dall'ospedale ansioso di rivedere la mia fanciulla ed il luogo don : stanno seppelliti i miei po,·eri ,·cechi. E :t rriYo appc1ia a tempo per raccoglicrl.1 morta fr:1 le mie braccia, arrivo :tppena a tempo per vcdcrl:t spir:trc... È morta, c:tpisci, Enri.::o, mi è morta quando ritorna \":t pieno di fede, d'amore; è mort:t quando sognava di \·cdcrmela mia , sempre mia... La ho accompagnata laggiù, nd cimitero. Ed oggi che mi resta a fare? . .. Solo, mutilato, senza affetti, senz:t sper:1nza trascinerò questa csistcnz:t solo per torturarmi l'anima, solo per rivivere nella santità dei miei ricordi ...

- - 5IVieni} vieni, Enrico mio.. Tu mi dicevi: Nella tua f.·uniglia troverai nuovamente la tua arte : la tua sposa fra un sorriso ed un bacio da artista soldato ti farà artista poeta, ..: i tuoi colori segneranno sulla tela gli idiii ì del cuore... Che colori mi sono rimasti ? ... Addio illusioni dorate della mia giovinezza; addio speranze della mia vita: tutto con te, o fanciulla, è caduto nel vuoto, tutto con te ho spezzato quaggiù... Mi resta l'arte; mi restano i miei poveri marmi, i miei colori} le mie tele, ed in quelle fredde creazioni infonderò la dolcezza dell' animo suo. Vieni, vieni, Enrico, fratello mio... Fra questo bujo e fra questi dolori ho bisogno d'un amico.. . Addio.. . * * *

-pPochi giorni dopo Alfredo tornava a Roma : studiò, lottò novellamente per la gloria, per l'arte, ma visse sempre con 1.1 imaginc della povera morta scolpita nel cuore, non curando le feste, le gioie, i sorrisi, mute parole per chi si sente morto alla v1ta... - Poveri figli! ...

Gl t' . +t 6~ u~n annt ...

..

}.(1 ~ 11{1 !) iQciur ;;(l f'1' l' l'f}01ì ia d1•Uu s ,,a tila ... ~~i è morto Ira le braccia... A\·cn O appena YCnt' anni c già da un pezzo un lento malore si era impossessato di lui, c :n·cva tolto dal Yiso l'incarnato, la speranza dal cuore ... E non avC\':1 che Ycnt' anni .. Mi si stringe il cuore al pensare al po- \·ero amico, c mc lo vedo dinnanzi, sempre sorridente, di quel suo sorriso da scettico che mi faccya tanto male ...

-s6 - A\·eva molto sofferto: della Yita non ne conosceva che la p:trte triste, doloros:t; una sol:t gioia aveva per poco rallegr:tt:t 1.1 sua esistenza, ma questa gioia era st:tta come un r.tggio di sole che, rompendo le nubi, Yiene a cadere obbliquamente sopr.t un luogo di morte .. . Povero Nello! .. . Quante Yolte nelle lunghe notti in cui lo vegliavo mi prendeva per mano, c quante Yolte rizz.mdosi a stento corre\·,1 dietro, colla sua f:tnt~tsia, :td una visione :tdorata che in quegli istanti supremi veniv;t ad :tccarezz.tre il suo Yiso da bambiuo, mcn tre h tosse insistentemente lo divorav:t ... E a quel lume fioco, trt:molante, che gettava qua c L\ qmlchc spr:tzzo di luce s:tnguigm, io mi scntiYo le lagrime brmi nodo alla gob, c fiss:tndo quel Yolto p:tllido, livido, con gli occhi immoti, io evoc:t\·:t i s;mti ricordi dcll.t nostra gioYanezza, evo-

- 57 cava . le imagini pure dci giorni passati per rivivere in memorie care, adorate fra persone che hanno lasciato in noi tanto tesoro d' a!1ètti ... Eravamo in sul finire di Luglio ... In una notte cald.t, serena io assi~teva il povero Nello ... Sta \":t proprio male, il pove retto, ma però mi sorrideva sempre, mi sorrideva e mi guardava con quei suoi occhioni neri, quasi volesse leggermi nell'anima il mio profondo dolere ... Eravamo amici d'infanzia, pitt che :1mici eravamo fratelli ... E in quella notte Nello stava giù supino, con lo sguardo Jìsso, col respiro atT.1nnoso, rotto ogni tanto da forti insulti di tosse . . . Suonava allora allora b mezza notte . . . Quegli squilli lenti, monotoni, cadenzati avevano fatto sussultare l'ammalato ...

Sbarrò gli occhi, tese l'orecchio, c poi.. . sorrise .. . Io mi gli avvicinai: - Che v"uoi, Nello? - gli dissi. - Niente ... Grazie, Ulderico ... Sto meglio sai, sto molto meglio ... Che bella notte ... Quanti dolci ricordi, qmnte care illusioni se ne vanno con me . . . Po,·cra gioYinezza ! - Via, via, che sono questi discorsi, f:mi coraggio, Nello ! ... - Farmi coraggio, c a che prò? . Ma non sai che mc la sento fuggire questa mia vita, ma non sai che qudle dolci illusioni che vado sognando in quei momenti di estasi, sono tanti dolori che impongo all'anima mia ? .. Vivere, quando tutto è bujo intorno a mc, quando questa agonia mi fa divenire catti,·o, sprcZL:l11te, ateo, quando sento perfino sfuggirmi dalla mente tutte le imagini adorate, tutte le sante

- 59 - rimembranze della mia giovanezza, tutto quel tesoro d' :t !Tetti che n:1 f:tcev:t vivere ? .. Va !a, va la Uldcrico ... tu non sei come sono io ... tu non hai nel cuore una piaga che sanguigna ... tu non hai mai amato ... - Ma tu, Nello, so!Tri ! .. - Io ? ! . . . io ? ! ! . . Ecco vedi, ecco uno di quei ricordi che mi perseguita da due anni, da due lunghi anni: uno di quei ricordi che alle volte vado evocando nelle notti d'insonnia, uno di quei ricordi che mi fa maledire la Yita, che mi fa bestemmiare l' esistenza . . . - Nello, Nello, non ti riscaldare! . . . - No, no, Ulderico, mi tmì bene questo sfogo •. . Ho tanto bisogno di gettar via questo peso dal petto, di dir tutto ad un amico, ad un vero amico ... . . . Ma qui un nodo di tosse, forte, resistente lo fece ricadere sul letto . Gli zigomi gli diYennero rossi rossi, gli occhi

- 6o - gli si iniettarono di sangue, cd il petto diYetme ans:tnte cd agitato .. . Un freddo sudore venne a bagnargli la fronte ... ur. tremito nervoso lo assalse, sussultò più Yolte poi ricadde spossato sul guanciale, chiudendo gli occhi ... Io ero restato stordito . . . Innanzi a quell'eccesso di tosse non sapevo che f.1re. Guardavo Nello, c sentivo scorrermi giù giù per le gote grossi lagrimoni . . . Mi pareva che tutto mi girasse all'intorno; quelle chiazze di luce che proiettavano delle strane ombre m'impressionavano. Mi appoggiai alla spalliera del letto, chiusi gli occhi per un momento; poi li aprii e vidi Nello, con il volto livido, con gli occhi chiusi contornati da un largo segno violaceo, c con le mani contratte ... Non sapendo che f.tre inzuppai il fazzoletto nell' acqu.t e bagnai le aride labbra. dell' ammalato ...

- 61 Nello si scosse ... Sospirò ... In quel mentre piu triste che mai suonava cupamente un'ora dopo la mezzanotte ... Scorsero così dicci minuti, che furono per me una eternità... A poco a poco il povero Nello si riebbe, mi guardò e sorrise... Mi vide pallido c capì che avevo avuto paura... Mi prese la mano c me la strinse forte forte . .. Poi si rialzò sul letto e prendendo fiato disse: - Ascoltami, Ulderico: è l'unico segreto che fino ad ora ho avuto per te, ma oggi che mi sento agli ultimi non voglio morire senza prima averti detto come io abbia amato...

-62 - La conobbi nel' carnevale dd I 882 ... Andavamo tutte le feste a ballare ed a giocare nell' istcssa casa... Cominciammo a star vicini, ed io mi sentii subito attratto da una fo rza così potente che non so descrivere ... Essa era piuttosto piccola, ma aveva un personalino snello, un visino grazioso ... I suoi occhi poi erano di una sorprendente mobilità, cd i ricciolini dci suoi capelli etstagni ricoprivano la. sua fronte da angiolo. Cominciai ad amarla in segreto ... Lottai a lungo ... lottai con tutte le forze dell'animo mio, ma in quella lotta fui vinto ... Essa aveva qualche anno piu di mc, e temevo di un suo rifiuto ... Ma mi comprese, cd una notte in una stupenda festa, fra quel profumo di giovanezza, inebriato, alt1scinato, sedotto io le dissi che l':tmavo, le dissi che da tanto tempo l' amavo .. . La sentii tremare, sperai: ma poi, guardandomi fisso fisso, mi disse che io ero troppo,

6Jtroppo bambino e che non avrei saputo amaila . . . Figurati come restai .. . Mi sentii offeso nella santità del mio all'etto; mi sentii offeso nel mio amore . . . Per quella notte non ballai pitt ... La sfuggii per pitt di una set - timana, ma poi non potei resistere: l'amavo già tanto quella (mciulla che non potevo pitt vivere senza il suo all'etto .. . Le scrissi ... le dissi tutto ... tutto . . . Le giurai d' am:trla eternamente; essa 1111 rispose ... Ho ancora scolpite qui le sue parole . . . sentile ... rr • • • • • • Credo benissimo cbe ora solto rr l'impulso di una simpatia ella 11011 veda rr donna all' i11fuori di me che possa reuderlo rr felice, ma col passare del tempo, ella si tro. Il · Vera Cerfa11lell/e fra giovane//( del/a Sila eta, 11 belle, ricche e dotate di tu/le le qualita che 11 io non possirdo c . . . allora? .. •

' ' Badi che io 11011 po!rei sopravvivere ad << una posposla perché sento mollo bene di << comprendere il suo affe!to e di essere capace << di qualsiasi sacrificio . .. << Ha mai pensato a tnllo queslo ... '' È bm vero che io ho qua!cbe anno più << di L ei ma le giuro pero che io mi swto << la for::;_a di amare come a dieciollo mmi e cbe << e proprio vero cbe il cuore 11011 invecchia " mai . . . JJ. Due giorni dopo ci davamo dci tu .. . Non posso dirti quante ansie ho provate, quante torture ho sofferto . . . Ma io l' amavo, essa mi corrispondeva çd io mi accontentavo ... E sognavo i bei giorni dell'avvenire; ... pensavo di vedermela mta, tra le mie braccia, nella mia casetta, tutti e due felici, contenti ... Ma poi ... Addio illusioni, addio sogni dorati, addio avvenire ...

- 6sDopo sci mesi un bel giorno - brutto anzi - il padre scopri tutto •.. Si mostrò contrario al nostro amore, minacciò, impose alla figlia di dimenticare questo affetto impossibile .. . Cominciarono allora le mie pene ... Scrissi al padre, ma nulla valse . . Seppi che alla fanciulla era stato imposto di sc rivermi dicendomi di non avermi mai amato ; allora ... affranto dal dolore, conoscendo che il mio affetto le sarebbe stato noci\'o, le scrissi di dimenticarmi ; .. le scrissi di scacciare dalla sua anima perfino il ricordo di un amore infelice . . . Fuggii allora dalla mia cittit, e siccome era tempo dei bagni andai al mare sperando di dimenticare ... Due giorni dopo essa mi scrisse ... Era una li!i:tera addolorata: mi diceva che mai mi avrebbe dimenticato, che sempre mi ama\·a ...

- 66 - Figurati allora la mia gioia ... Corsi a casa e gettai giù.una lunga lettera, le dissi tante cose, feci appello al suo affetto, e sperai ... Vana speranza Attesi invano una. risposta: sognai ancora il mio avvenire ... baciai sempre il suo ritratto ... sperai sempre ... ma poi ho saputo che pochi giorni dopo ch'io ero partito essa era andata al teatro ... Povero Nello?! .. Si compiangimi, Ulderico . Ho tanto sofferto da quel giorno, ho tanto• pianto ... Ed io che avevo fiducia in essa ... ed io che l'amo tanto, tanto ; .. ad essa tutto. ho sagrifìcato, giovinezza, avvenire, vita ... Da quel giorno non sono stato più io. Una tosse lenta lenta mi ha distrutto .. . ed eccomi appena a vent'anni sull'orlo della fossa . . .

Passò un' ora senza che più fiatasse ... Solo ogni tanto sentivo i suoi singhiozzi repressi, e vedevo scorrere giù giù pel suo viso grosse lagrimone ... Ogni tanto mi chiedevJ. da bere ... Mi guardava e mi sorrideva ... Ad un tratto mi prese per mano, mc b strinse forte forte e mi disse piangendo con voce straziante: - Se vivesse la povera mamma! ... Dopo ricadde sul guanciale, c sembrò si addormentasse ... M'allontanai allora dal letto, c mi misi alla finestra ... Avevo tanto bisogno di piangere ! ... E piansi, piansi tanto ... Andai allora colla mente at miei ricordi: ripensai agli anni della mia giovanezza e rividi Nello ... Allora era allegro, vispo, spensierato . . . oggi malato, moribondo, scettico .. .

- 68 - Allora con la fede nell' anima, con le dolci illusioni della sua età, oggi solo, senza affetti, con un forte dolore nel cuore ... Povero 'ello ! ... AlbeggiaYa •. . Un venticello leggero leggero smoveva le foglie degli alberi, mentre la luce cominciava ad imbiancare l'azzurro cupo del ciclo ... Era un'aurora stupenda ... Qualche nuvoletta leggera, vaporosa, bianca vagava per l' orizzonte infinito, mentre le lontane vette dei monti segnavano i giganteschi loro profili .. . Di sotto il mare mosso lentamente batteva dolcemente sulla riva ... Un raggio di sole cominciava ad indorare le cime dei monti, mentre segnava una lunga striscia luminosa fra le increspature del mare ... La natura si risvegliava al potente soffio del bello • ..

Era l'armonia del creato che nella sm potenza veniva a scuotere l'indolenza e l'apatia; era il fremito della vita che si svegliava col sole ... Giu giu una barca si cullava nel mare .. . Una voce giovanile dolcemente cantava la Canzone proibita cd il venticello di tratto in tratto ci portava le note di quella romanza: « Vorrei baciar i tuoi capelli neri «Lo labbra tue o gli occhi tuoi severi ... • · Quella voce flebile, quell'armonia pura, queB' ora, quanti ricordi non richiamano alla memoria, quante dolcezze non fanno sognare? . . . Là fuori era un inno al bello, all'esistenza, alla gioia, in quella povera camera v1 era l'esecrazione all::t vita ... Là fuori sorriso, giovinezza, amore ; da me pianto, dolore, lliOrte ...

- 70 - Mi levai dalla finestra, mi avvicinai al letto . . . Nelio si era svegliato . .. L9 trovai quasi trasfigurato ... Il suo volto non era più livido, i suoi occhi non erano più vitrei . . . Un dolce sorriso errava sul suo labbro mentre un incarnato arrossava le sue gote . . . Ascoltav:t ... Quella scena stupenda della natura lo commoveva, quella voce melanconic:t che l'eco di tanto 111 tanto ci portava lo facev<t piangere ... Stette così un pezzo, poi mi chiamò più vicino, e fissandomi attentamente con yoce rotta, quasi soffocata, mi disse : - Ti ricordi, Ulderico, dei bei giorni passati? . . Quant:t festa, quanta vita ... Allora ci erano i miei vecchi, oggi solo, solo me ne vado da quì, senza torse neppure un rimpianto ... È triste sai morire così <t vcnt' anni, quando si sogna l'amore, quando si vive d'illusione, di fede; .. e morire

- 71così ... di questo male ... che ti consuma lentamente . . . che lentamente ti spegne facendoti maledire tutto ... tutti ... Ma è un martirio sa i questo, Ulderico !.. Sono due anni ch' io soffro, sono due anni che paziento, sono due anni che questa vita i: per me un'agonia ... Se avessi a me vicino la mia po,·era mamma ... Potrei almeno vedermcla qui dappresso a rasciugarmi l:t fronte; a dirmi che m'ama: b Yedrei piangere per mc, c non morirei così solo, senz:t famiglia, senz.t un affetto . . . tranne che il tuo ... La voce gli era divcnut.t fioca fioca .. . gli occhi cominciavano a divenir Yitrei . . . - E se aYessi vissuto? . .. Se questa ,·itaccia non fosse stata per me un martirio ? .. Sarei stato buono sai, s~.re i stato proprio buono . amato davvero ! E se essa m'a ,·esse Io avrei lavorato .. • anei studiato . . . e . . . c solo per essa,

- 72 - sai . .. solo per sapermi amato . .. un pachino amato .. . Essa forse ora starà allegra ... forse amerà un altro . .. Ma no . . . no • . . non è vero . . . essa mi ama ancora . . . non è vero, Uldcrico . . . essa non mt tradisce .. . essa sarà mia ? .. Ma rispondi mi dunque ! .. Sì, si, essa ti ama ... -Mi ama?! ... E sorrise, ma di un sorriso così mesto che mi scese nel cuore. Nello solfriva orribilmente ... Non ci vedeva quasi più ... Con le braccia scarne cercava sul letto qualche cosa che non trovava .. . - Dove sono, Ulderico? . .. Chi è? .. Ah ! ... è essa, dille che l'aspetto da tanto tempo ... Finalmente sei venuta. Grazie sai, A1metta mia, gra7.ie tante ... Avevo tante cose a dirti . . . ma non me le ricordo ora ... ma te le dirò domani . E sorrideva il po\'eretto ...

- 73 - Mi trovi brutto ora . . . Ma non mi guardare . . . Sono stato tanto male ... Sono stato per morire sai? ... Ma adesso sto meglio ... E quando staremo assieme nella nostra casetta ... Allora nessuno pitl ci farà arrabbiare ... non è vero? .. . E tu ... ma pcrchè non ridi ... eh? .. dove sei ? . . perchè te ne vai ? . . . resta qui ... non mi lasciare . : . senti ... non fare la ... cattiva ! . . Ma qui un insulto di tosse gli tolse la parola ... Sulle labbra apparvero grosse stille di sangue ... le palpebre batterono fottementc, il petto s' infuocò e diventò ansante . . . i muscoli del viso si contrassero ... sollevò tre o quattro Yolte il capo ... s'aggrappò al mio braccio, sbarrò gli occhi, mi gmrdò, tremò c poi ricadde all'indietro ...

-74Il giorno dopo l'avevano di già seppellito . . . Io l' :l\·evo visto sparire a poco a poco entro la buca profonda, stretta e tenebrosa ... Fui preso allora tb uno stringimento <.\'animo ... Mi sentii piccino piccino innanzi a quella povera fossa, e pensai a quella santa esistenza co~ì presto spezzata . . . Il giorno dopo frugando nel suo casetto, trovai il suo libro di memorie ... All'ultima pagim, lessi : .. << ••• Se Yerd quel giorno m cut tu, fanciulla mia, ti potrai ricordare del povero morto, allora sl che dalla fredda fossa verrò a baciare la tua fronte da angiolo ... >> •

~unr ~nna

immenso. i amavano da molto tempo, c si amavano di un affetto vero, Ma venne scoperto questo affetto, e il padre della fanciulla, burbero, bisbetico, uno di quei vecchi dei tempi passati, condannò quell' amore innocente, quel puro sentimento di due anime buone, e con una paroh secca, con un no risoluto spezzò due esistenze a cui allora sorrideva la primavera ....

Eravamo nel 1866 ... Enrico fuggì dalla casa paterna e corse ad arruolarsi. Lasciò soli soli i suoi vecchi genitori, gettò in disparte i suoi pennelli, le sue tele, le sue teste da angeli, e colla febbre nell'anima, colla disperazione nel cuore, nel compiere il suo dovere di cittadino e di soldato pensava alla morte. Povero Enrico! ... Erano le illusioni giovanili, erano le dolci memorie dei bei giorni passati che amaramente gli mostravano la tristezza dell' avvenire .... era la febbre dei ricordi che gli torturava l' anima . Si trovò a Custoza ... Combattè; ma una palla tedesca lo colpì nel petto, e quando cadde, vide i suoi compagni stringersi in quadrato, sentì l' ttrra degli ulani, l'urlo di rabbia de' suoi commilitoni, poi •.. gli si oscurò la vista, un ronzio confuso gli impedì di sentire più nulla.•

- 79 - Poco dopo fu raccolto c fu portato sull' ambulanza da campo ... ~o~ Era passato un mese da quella triste giornata, un mese di agonia, di martirio pel povero Enrico. Era la giovinezza che lottava contro h morte, era la viriliù di quella tempra di ferro che non la Yoleva cedere alla potenza del male. Enrico si trova\·a all'ospedale di Milano . Era abbattuto, prostrato ... Una sera in sull'imbrunire, dopo che la squilla a\·cva co' suoi rintocchi suonata lentamente l'ave tlraria, Enrico colla sua mente anda\·a evocando un mondo di illusioni dorate, e nella sua fantasia vedeva alternarsi profili adorati, ed una estasi santa gli parla\·a al cuore con, un linguaggio potente, con quel linguaggio che fa sembrar~.: anche meno brutta l'agonia : i ricordi.

- So - E la fioca lampada della corsia pioveva lentamente una luce scialba, pallida: mentre da uno degli ultimi letti una tosse secca ed affannosa rompeva il silenzio melanconico di quel luogo di morte. Chi non si è trovato in quell'ora presso al letto di un ammalato, chi in quel momento non ha mai pensato a quelli che la morte gli ha rapiti, a quelle care persone che giacciono laggiù sotto la terra del camposanto, non può al certo comprendere che dolorosa sensazione si debba provare in una cors1a da ospedale illuminata da una luce fioca, mentre si sente il fremito di una esistenza che si spegne, mentre s1 vede la vita che lotta colla morte .. . Ed Enrico soffriva orribilmente: un' arsura iq1mensa lo torturava, e non poteva muoversi.

- 8rA quel chiarore incerto, m mezzo a quella lunga fila di letti bianchi, allineati, egli - poveretto - pensò forse alla sua casetta natìa; la figura benevola della vecchia mamma sarà venuta a consolare l'agonia del povero soldato, santa figura che infonde la pazienza, l'amore. E chi sa quanti ricordi, quante visioni adorate saranno passate innanzi alla sua accesa fantasia, chi sa come quei ricordi lo avranno fatto soffrire, pensando a quello che era, a quello che sarebbe divenuto. E rivide il suo studio, rivide la sua ta· volozza, i suoi primi lavori, le sue prime ispirazioni: sognò ancora i tesori d'affetto che lo avevano entusiasmato, e il visino santo di quella che egli tanto aveva amato di quella che egli amava coll'affetto dell' artista soldato, di quella che, angiolo del Signore, stava al suo capezzale a rallegrarne l'agonia.

-- 8zIn quel mentre innanzi al suo letto passava una monaca. - Sorella - disse Enrico - ho sete ! - Vi servo, fratello. E sollecita, premurosa si avvicinò; cd empito un bicchiere di limonat:t glie lo appressava alla bocca, mentre con l'altra mano sorreggeva la testa. Enrico tracannò la limonata d'un sorso. Poi alzò gli occhi per ringraziare la suora. Un pallido raggio del fanale scendeva lentamente ad illuminare il visino da angelo della monaca. Sotto quel cappellone bianco, quei lineamenti puri e delicati avevano una espressione di soave malinconia. Il ferito fissò la suora. I suoi occhi si sbarrarono sensibilment e; i suoi muscoli si contrassero, ed un tremito nervoso s' impossessò di lui. Egli t ese le braccia, afferrò una mano della monaca, e, fissando i suoi occhioni,

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