Pietro Nenni - L'assassinio di Matteotti ed il processo al regime

- 16 - colta senza ribellione. Tutti i socialisti sentivano sospesa su di loro la sentenza di morte, al primo cenno di attività, e la maggioranza della popolazione, che sarebbe stata indomabile nella sua collera, subiva passivamente la dura legge del rassismo locale. Ii delitto di R.oma spezzò questa catena di complici silenzi e di supina acquiescenza. La piazza urlò la sua protesta e n'ebbe paura il Governo, che sacrificò Mussolini agli interni, il gen. De Bono alla direzione generale della P. S., Finzi al sottosegretariato d gli interni, il comm. Cesare Rossi all'ufficio stampa; n'ebbero paura i fascisti, i quali per due settimane mutarono Lono o fecero sparire i manganelli e i distintivi. Perchè questa vera e propria rivoluzione morale? Essa non si spiega se non si tiene conto della situazione poiitica generale. L'incantesimo era già rotlo. I ceti medi cominciavano ad accorgersi di essere stati sfacciatamente sacrificati alla plutocrazia. La propaganda socialista richiamava lentamente la massa operaia alla coscienza della sua forza e dei suoi doveri. La dittatura fascista appa.riva senza giustificazione. Gli altri elementi della crisi che si è aperta col deìitto di Roma e che si chiuderà soltanto con la caduta del fascismo sono: il delitto in sè, la sua organizzazione, la personalità degli imputati, la sparizione del cadavere, rinvenuto soltanto il 15 agosto, dopo due mesi dal delitto; la personalità della vittima; la evidente complicità e responsabilità ài Mussolini. Soffermiamoci un momento a considerare il delitto. La cronaca è nota e sarebbe superfluo richiamarla. Contro Giacomo Matteotti, gli òdii fascisti erano stati implacabili. Nel suo Polesine egli aveva subìto pers-ecuziòni di ogni sorta. A Roma, segretario del partito socialista unitario, era considerato non solo nemico del fascismo, ma nemico l)ersonale del Presidente. Negli ambienti mussoliliani Matteotti, assieme a Turati e 'freves, era ritenuto ostacolo insormontabile a quella collaboraBibliotecaGino Bianco

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