Henry Barby - Il martirio di un popolo : i massacri dell'Armenia

' ffE.NRY BARBY propria disgraziata sorte_ e di cercar di attenuare la • • propria angoscia. Si potrebbe_ costruire qualche riparo, alcune ca1 panne e_)~a~otti' di terra. Se infine, essi avessero qualche asilo nel -quale stare ~lla 1ne:~10 peggio, potrebbero intraprenderè qualcl1e lavoro agricolo. Anche questa speranza è loro rifiutata, percl1è sono continuamente sotto la 111inaccia di _essete tradotti in un altro posto, in un altro l~uogo di torture.; e partono, allora, per nttove mà~èie :forzate, senza· . . pane, senza ~equa, sotto i colpi di scudiscio, espo- , · I sti a nuove sofferenze, a crudeli trattan1.e:nti, qual~ ~ mercanti del Sudan non infliggono neppure ai proprii schiavi, e si vedono di queste miserabiliv,i1tti1ne lunga tutta la strada, vero cammino del calvario~ Coloro cl1e l1an~o ancora un po' di danaro sono continuamente sfruttati dai loro guardiani, che li 1 n1inacciano di mandarli ai;icora più lontano, se, quando tutte le loro picéole risorse sono esaurite, quelle n1inaccie sono poste in esecuzione.. Tutto ciò cl1e ho veduto e udito supera ogni immaginazion-e. P·arlare qui dei millanta orrori che si com I n1ettono,. non significherebbe dir 11ulla. Ho credµ- , to di avere arttràv1 ersato-, alla lettera, l'inferno. I· poc.hi fatti.che va.do me:nzio~ando, presi a· caso e in fretta, non possono dare che una pallida idea dello , spaventoso ,e terrificante. quadro. E dovunq~e sono passato, ho veduto le n1edesime scene. Dove ,,. BibHoteca Gino S.ianc0 ~

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