Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

6 di aver ottenuta la protezione, quantunque nominale, delle Grandi Potenze. La formola « L'Arnienia, senza gZi Arnieni ~, concetto abominevole emesso dal principi) Lobanow, già in esecuzione fin dal 1878, fu opportunamente messa in evidenza dall'onorevole Crispi, nella sua lettera indirizzata, nel 1897, a S.• Saverio Fera, presidente del Comitato Pro Armenia, sorto allora in Firenze. « La Sublime Porta - osservava l'illustre statista - s'impegna secondo l'articolo 61 del trattato di Berlino - a realizzare senza ritardo i miglioramenti ,che esigono i bisogni locali delle provincie abitate dagli Armeni. Abitate dagli Armeni: capite V Sono passati diciotto anni e gli assunti impegni della Turchia si esplicarono nelle carneficine e negli incendi onde furono desolate le provincie abitate dagli Armeni». Il Crispi, constatando l'insuccesso della spedizione (1895) delle squadre della Grandi Potenze, causa della loro discordia, aggiungeva: « Dopo g.i ciò che sperate fare a pro degli Armeni VCi vogliono tempo e denaro per un'impresa di tanta entità, e voi, coi vostri Comitati, non potete raccogliere che aspirazioni e speranze che non valgono a correggere o a guarire il Governo turco. L'Italia ha molli guai in casa sua per poter estendere la sua azione a beneficio di altri popoli. La Francia repubblicana continua le tradizioni dei suoi re, e oggi, passando sul cadavere della Polonia, va a Moscaa stringersi in fraterno amplesso con lo Czar. L'Inghilterra è la sola potenza che avrebbe il desiderio di redimere l'Armenia, ma da sola non vorrà impegnarsi in una guerra. La Russia non può sciogliere la questione armena perchè ha mezzo popolo armeno sotto 'il suo impero : avrebbe interesse di prender l'altra metà, ma l'Europa non lo consentirebbe. Del resto lo Czar dopo aver assonnato il sultano e fattosi suo protettore, B1bioteca Gino Bianco

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