Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

almeno fanno bella figura". 11 padre di uno dei soldati morti, Marcolongo, e altri parenti hanno iniziato a prote tare contro gli ufficiali che avevano mandato a morire quei giovani (alcuni testimoni riferiscono che hanno perfino pre o per il collo il col. Secondino), ma sono stati fatti tacere. 1 I comandi degli alpini si sono molto preoccupati di non fare trapelare notizie agli estranei. Per questo, oltre ad imporre il silenzio, ai soldati, lo hanno fatto anche ai civili che eer varie ragioni erano stati testimoni, e sapevano molti particolari. Andando a S.Valentino qu_alche giorno dopo la strage si aveva l'impressione che lì non ci fossero mai stan dei soldati eppure questo paese fino a poco prima pullulava di alpi:1i perché tutto intorno c'erano vari campi ed esercitazioni. Sicuramente ordine di tacere l'hanno avuto i fornitori (di generi alimentari ecc.) e i pompieri del paese che, assieme a qualche civile, erano stati i primi e gli unici soccorsi a giungere a Malga Villalta. Parlando con loro si aveva l'impressione che tutti dovevano aver subito colpi di amnesia. Inutile dire infine che tutte le porte sono state chiuse ai 1 Quasi tutti i giovani morti erano di estrazione proletaria e in condizioni familiari difficili. MARçOLONGO, BOSCHINI, BELLINI erano giovani il cui lavoro era indispensabiJe alle loro famiglie. "A pagare siamo sempre noi ... " diceva il padre di uno dei morti, al $UO arrivo a Merano per il funerale. "Me l'hanno ammazzato - ha detto con la disperazione sul volto e nel cuore Mario MARCOLONGO, il padre di Domenico, il caporal maggiore deceduto sotto la valanga. - "In tempo di guerra una notizia così si può anche capire. Ma in pace ... Era un buon ragazzo. Mi hanno tolto mezza vita. Non è un imprevisto: certe cose bi ogna prevederle ed evitarle ... " Gianfranco BOSCHINI, 20 anni aveva i genitori ammalati ed era l'unico sostegno della famiglia. Gli era stato illegalmente negato iJ diritto all'esonero dal servizio di leva. - "L'ultima volta che l'avevamo visto - raccontano gli amici Luigi ZONCA di 25 anni e Enzo PREVITAU di 18 anni - è stato appunto a Capodanno: era molto preoccupato per le condizioni del padre e/er questo 001 tre ci eravamo recati dai carabinieri nell'intento di riuscire a ottenergli una proroga della licenza". Duilio SAVIANE, di Tambre d'Alpago, era sposato, aveva 27 anni e 218

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