Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

IL DOVEREDI ESSEREAMMAZZATO La mai t ina del 12 febbraio 1972 muoiono a Malga Villalta, nell'alta Val Venosta, travolti da una slavina, ma uccisi dalla macchina militare, 7 alpini. - BELLINI ROMEO, 21 ANNI, di Foresto Sparso (Bergamo) - BOSCHINI GIANFRANCO, 21 anni, di Suisio (Bergamo) - CORBETTA LUIGI, 21 anni, di Sovico (Milano) - DEL MONTE VALDO, 21 anni, di Trento - MARCOLONGO DOMENICO, 21 anni, di S. Giovanni Lupatoto (Verona) - SAVIANE DUILIO, 27 anni, di D'Alpago (Belluno) - TOGNELA DAVIDE, 21 anni, di Stazzona (Como) « Sono caduti compiendo il loro dovere. Sono caduti per la Patria» (dalla orazione funebre di mons. Corazza, ordinario militare). « Me l'hanno ammazzato» (Mario Marcolongo, padre di uno degli alpini morti sotto la slavina in Val di Zerzer). In questo delitto di classe vi sono due momenti nei quali i padroni hanno dimostrato un indubbio istinto di conservazione: nella repressione e nella retorica. La repressione militare, come momento fondamentale della aggressione delle classi al potere contro il proletariato usa di norme e metodi fascisti, spesso è attuata da ufficiali e graduati fascisti; ha come scopo la distruzione di ogni autonomia proletaria nell'esercito. Come "cane da guardia del capitale" il soldato non ha bisogno di avere autonomia alcuna "se non si vuole distruggere la sua 174

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