Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

contro il comandante della brigata Orobica, per omicidio colposo plurimo, e di cui tutta la stampa nazionale aveva parlato a suo tempo. 3 Per il resto accanto all'indignazione generale e alle convenzionali deprecazioni, non ci furono da registrare altre iniziative concrete al di fuori di un telegramma del MSI da una parte 4 e una interrogazione parlamentare rimasta senza risposta del senatore socialista Lucchi. 5 Oggi, all'inizio del 1973, il buio è più fitto di un anno fa. Solo se da parte delle rganizzazioni rivoluzionarie nell'esercito, dei partiti di ini tra e dell' pinione pubblica ci arà una forte pre sione, può ancora es ere pos ibile che nelle aule del Tribunale di Bolzano si possa a sistere ad un proces o per omicidio contro un paio di ufficiali, almeno cioè ad una parvenza di «giustizia» rispetto ad una trage di enormi proporzioni, le cui cause fondamentali continuano a u si tere nell'esercito. Nella migliore delle ipotesi ci potrebbe essere una condanna, più o meno grave, delle due persone chiamate in causa. Ma questo 3 Ecco il testo della denuncia depositata per conto del Partito Radicale, dall'avvocato Sandro CANESTRINI di Rovereto: «ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA di Bolzano - OGGETTO: Denuncia - I sottoscritti e pongono quanto segue. Causa della sciagura, l'imprudenza con la quale si erano fatte svolgere tali esercitazioni. Infatti la compagnia era stata fatta partire dal campo base nonostante che, al momento stesso della partenza, le condizioni del tempo fossero proibitive per l'infuriare di una tempesta di neve. Inoltre non era stato assolutamente tenuto presente il pericolo costituito dalle condizioni particolari della neve in quei luoghi, pericolo dovuto sia a ra~ioni metereologiche che alla configurazione stessa èiella zona. In quei giorni la temperatura era stata eccessivamente mite, ed è noto che questo fatto può favorire il formarsi di valanghe; senza contare che - come ogni abitante della Valle sa - proprio nella zona che i militari dovevano percorrere, le valan~he e le slavine sono frequentissime. Infine c'erano stati da più parti esplicati appelli dettati dalla pericolosità della situazione: in particolare da parte delle varie associazioni competenti erano stati diramati numerosi bollettini, tutti concordi nell'annunciare la presenza di lastroni di ghiaccio « in equilibrio precario,. e che sconsigliavano quindi di transitare sulla neve al di opra dei 1.500 metri di altitudine. Per quanto sopra esposta i sottoscritti inoltrano DENUNCIA perché 207

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