Controinchiesta sulla morte di sette alpini in Val Venosta il 12 febbraio 1972

Dichiarazioni della guida alpina Ulli Kossler, che il giorno dopo la strage si è recato sul posto Cono co molto bene la zona, avendovi percor o diversi itinerari sci-alpinistici anche quest'anno. Per questo, quando ho appreso dalla radio la notizia della disgrazia, sono tato quasi certo del Pl!ntO e atto dove essa era avvenuta. Il giorno dopo la ciagura sono salito nella Val di Zerzer, nei pre si della Malga Villalta. D<;>Vevcoonstatare con costernazione che la disgrazia poteva essere evitata. Gli alpini vennero sepolti a circa 2080 metri dj quota, a cento metri ud-ovest della malga, in una pecie di strettoia fatta a "V", sotto un pendio di 350 metri di di livello, larga da 15 a 20 metri, con una pendenza media di 32 gradi, con pendenze mas ime di 40 gradi. C'erano alcuni alberi i olati; era facile· riconoscere chiara1:1entei probabili percorsi delle lavine. ull'altro versante i trova un breve pendio di 30-40 metri. Sopra la strettoia la valle continua con un tratto pianeggiante e quesco tratto arebbe stato facilmente raggiungibile direttamente dalla malga, sulla destra orografica del torrente. Questo percorso appare al riparo delle valan~he. Paò darsi che il gruppo avesse ricevuto l'ordine d1 seguire la traccia (non più sicura) del sentiero e tivo, ma moltissimi sentieri estivi non sono più utilizzabili in inverno e si deve seguire l'itinerario più favorevole, soprattutto più sicuro. Certamente l'autorità responsabile sarà tata a conoscenza del nuovo servizio ami-valanga diffuso attraverso la radio e da un apposico servizio telefonico. o che nei giorni precedenti la disgrazia il servizio anti-valanga aveva ripetutamente consigliato qualsiasi impre a alpinistica. I bollettini meteorologici comunjcavano l'imminente pericolo di valanghe. C'è allora almeno da stupir i che la marcia sia tata intrapresa. Se c'era necessità assoluta di intraprendere questa marcia, allora era più che mai necessario scegliere l'icinerario più icuro! C'è ancora da notare che soffiava un vento forte. Il vento contribuisce in modo notevole, se non decisivo, al crearsi delle slavine. Era buio. In queste condizioni una marcia è ancora più difficile e pericolosa, poiché diventa impossibile l'osservazione del 193

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