Quaderni di cultura repubblicana

principi da lui sostenuti, egli si batté per l'applicazione totale della Riforma agraria, che avrebbe dovuto essere accompagnata da un'opera di r ivendicazione tecnica, sociale cd economica de l lavoro contadino. I suoi giudizi su ogni probl ema politico erano sempre frutto di un attento studio e di una scrupolosa indagine e mai de ttati da risentimento personale verso qualcuno o qualche cosa. Anche mentre dissent iva dagli amici, nei momen ti cruciali delle vicende politiche, fu sempre accorto c sensibile. Questo fu vero anche negli anni in cui, dopo il 1950, ritenne che l'azione del partito r epubblicano fosse prevalentemente impostata dai dirigenti della nuova generazione su problemi di schieramento c mancasse la caratterizzazione della inconfondibile fisionomia della scuola democratica risorgimentale. Egli allora si definiva un « repubblicano indipendente • , ma pur sempre con il pensiero r ivolto al partito, a ll 'azione del partito, e il suo s tud io continuò, fi no a qualche giorno prima della sua morte, ad essere un punto di incontro, di discussione, di dialogo fra giovani e vecchi repubblicani. Pochi giorni prima della sua fine, in una nobile le tte ra indirizzata al segretar io del partito Oronzo Reale, piena di entusiasmo, ricca di iniziative c di propos te, Conti riaffermava la sua fedeltà c il suo attaccamen to a l partito. In quell'ul timo suo messaggio si riconosce c si r itrova intera la pe rsonalità di Giovanni Cont i, la sua severità e scontrosità di atteggiamento, la sua incstinguibile volontà di lavorare per il partito, al quale YO!eva dedicare, senza tanto clamore, le sue ultime energie. L'Il marzo 1957, dopo una breve indisposizione, Giovanni Conti moriva. Il fascino dell'uomo, del suo agire nelle varie circos tanze, del suo manifestarsi nella vi ta pubblica come in quella privata può senza dubbio velare il giudizio obiettivo sulle sue capacità reali, o meglio può rendere difficile la com16

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