pari tempo, in contras to con le tendenze autonomistiche s iciliane, orientando l 'amministrazione del Sud nel senso di una rinnovata centralizzazione in Napoli, allo scopo soprattutto di assicurars i il controllo dell'intera situazione meridionale in quel momento così fluido della storia italiana. CALUNNJ E Il SFIDUCIA Ma questa intensa attività gli suscitò contro numerosi avversa ri , cosicché divenne il bersaglio preferito degli agenti cavouriani in Napoli e dell'opinione moderata. Mentre i minis tri napoletani si dime ttevano per protesta contro di lui, un coro di s tampa lo investì con accuse gravissime . In tali circos tanze dovette da re anch 'egli le dimiss ioni, né Garibaldi, tutto sommato, lo difese efficacemente : lo riparò, sì, dalle accuse più ingiuste e gravi , ma cessò di assecondarlo sul piano p olitico. Lasciò allora Napoli , diretto a Genova, e dovette pensare a difendersi in tribunale dagli attacchi crescenti. Lo avevano accusato d i aver stipulato uno svantaggioso contratto per la costruzione di ferrovie nel Mezzogiorno, intascando per sé quattro milioni, di aver comprato al doppio del loro valore le navi per Garibaldi, di aver messo al sicuro in Belgio somme ast ronomiche, di aver spedito al comandante di Teramo, Antonio Trippoti, l'ordine di accogliere a fucila te i piemontesi. A parte le azioni legali intentate, alla fine dell'anno egli fu in grado di inviare a Garibaldi l'intero resoconto della sua amministrazione della Cassa di Soccorso, per dimostrare la sua onestà al Capo e all 'opinione pubblica. In politica, dopo lo scontro frontale con i cavouriani, durato per mesi, preferì tenere un atteggiamento conciliativo. Cavour, tempo prima, lo aveva definito un diavolo; ora egli si presentò, invece, singolarmente mansueto e condiscendente: • Vada il conte Cavour, il più presto possibile, a Napoli, meco se il consente, giacché fui accusato fautore 16
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