dersi, costò al Ghisleri tremendi sacrifici e dovette cessare presto le pubblicazioni. L'EDUCATORE Ghisleri fu perciò costretto a ritornare al non amato lavoro di contabile, che assunse nel 1881 presso una società di esportazione di Milano. Successivamente tentò un'a ltra via, che l'avrebbe condizionato in più sensi, ma in cui avrebbe trovato un ulteriore appagamento alla sua sete di espandersi e di giovare. Infatti nel 1884 lo troviamo professore di storia e geografia presso il liceo di Matera, in Basilicata. Se consideriamo la probità, l'amore per la verità, la passione di comunicare e l'altra coincidente di educare, di derivazione mazziniana, possiamo immediatamente accorgerci come nel carattere stesso di Arcangelo Ghisleri fosse iscritta la sua vocazione, non solo ideale, alla scuola. Se egli dai repubblicani fu detto maestro, giovane ancora (e ce lo attesta Filippo Turati nella lettera citata), dobbiamo ricordare che quel tipo di educazione che egli dava agli uomini maturi era in prospettiva, nelle speranze, come è intenzione di ogni pubblicista. Ci sono tuttavia facoltà che hanno bisogno di esprimersi, e la scuola fu il campo di lavoro in cui Ghisleri si sentì più immediatamente a suo agio; infatti - come dice ancora Filippo Turati - ivi « la influenza simpatica, tonica e ravvivatrice che aveva prima esercitato sugli amici e sul pubblico, la converse tutta con nuova passione sui discepoli che lo amarono ». Dall'insegnamento Ghisleri derivò effetti quasi immedia t i nella pubblicistica, che non fu più letteraria, ma soprattutto economica e politica. Dopo un ampio commento al volume L'agricoltura nella storia di Gabriele Rosa, ecco 9
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