Quaderni di cultura repubblicana

nulla, per un patto di reciproca stima fra eletto ed elettori. Questa assoluta autonomia di opinioni e di condotta, che aveva per guida spirituale soltanto la propria coscienza, Colajanni volle conservarla gelosamente sempre; e se egli ebbe a dolersi qualche volta dei suoi elettori, questi non ebbero mai ragione di dolersi di lui, e la sua costante rielezione ebbe sempre, come sappiamo, il significato di un plebiscito. Il pensatore, dunque, <<è chi una cosa sperimenta e dieci ne divina». E non ha forse divinato Colajanni il governo della Democrazia Cristiana, in un tempo in cui i cattolici erano guardati a vista come nemici dello Stato? Ne ha scritto nel 1898 (era l'anno famoso in cui comparvero insieme sui banchi delle Assise di Milano don Albertario, Luigi De Andreis e Filippo Turati) nel suo libro sul Socialismo : << I progressi del clericalismo in alcuni paesi - con particolarità in Italia - sono tali, che non è improbabile che le redini dello Stato vengano afferrate dalla democrazia cristiana. Allora si vedrebbero i socialisti allearsi ai sinceri progressis ti per riprendere le perdute libertà politiche o per difenderle se minacciate, e r icondurre la lotta alle vicende ed agli abbietti vi anteriori ». Questa intuizione storica deve essere naturalmente valutata con gli insegnamenti degli svolgimenti politici successivi, ma l'intuizione c'era ed anche infallibile. Un moralista politico non si sbaglia mai, e vede sempre lontano. Colajanni era un ottimista, ma non fu mai un visionario, e quando doveva esprimere un giudizio morale scriveva con la sferza. Il più severo giudizio sulla stampa gialla lo ha dettato lui, sottoponendola al mirabile spettroscopio di Latini e Anglosassoni. Ma per intendere bene il valore del suo giudizio bisogna farlo precedere dalla opinione che egli professava sulla libertà di stampa, definita <<fondamentale >>. << La grandezza della sua funzione politico sociale>>, egli diceva, <<la fa tenere in gran conto, anche da coloro che vedono in essa soltanto il lato brutto, ignominioso, rappresentato dai servili, dai corrotti, dai ricattatori, dagli ignoranti, di cui non è penuria tra noi>>. Chi potrebbe affermare che queste parole siano ormai anacronistiche, e che invece nulla hanno perduto della miracolosa facoltà della lancia di Achille, che nell'atto di ferire risanava? 38

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