astuccio di ferro>>. Una gemma preziosa in una custodia , ruvida e scabra. Definendolo un enciclopedista lo collocava al di fuori di qualsiasi specializzazione, compiacendosene, ma nello stesso tempo gli rimproverava << le intermittenze fatalmente imposte alla sua opera scientifica dalla partecipazione alla vita pubblica>>. Sarebbe stato un assurdo per un uomo come Colajanni. D'altra parte il turbine della milizia poli tica non ha nociuto affatto a lla sua attività scientifica. Egli seguiva la sua vocazione e poneva la scienza a servizio della vita. Dice bene lo stesso Loria: « ... quest'uomo da lle mille anime irruenti sui più vari soggetti o sulle più varie zone della vita, sapeva infondere nelle sue opere sociologiche ed economiche un'intensità di pensiero, che pochi prigionieri della torre d'avorio degli studi specalizzati son Ii usciti a raggiungere>>. Scriveva Bovio sulle « Scuole >>, cancellando appunto ogni labile confine nelle varie branche del sapere: << Posit ivismo e idealismo sono unilaterali : la scienza è tutta positività e tutta idealità, è tutta sperienza e tutta divi nazione. Il pensatore è chi una cosa sperimenta e dieci ne divina, come l'intelligente è chi una parola legge e dieci ne inte nde, ed è scrittore chi sa far intendere dieci dicendo una parola ». Questa è la cornice più esatta per rinchiudervi il ritratto di Colajanni pensatore. Il moralista e moralizzatore scattava fuori naturalmente come una farfalla ebbra di luce dalla crisalide mazziniana che si chiama educazione. Quando Maffeo Pantaleoni nel 1892 cercava un deputato capace di denunciare pubblicamente le irregolarità della Banca Romana scelse Napoleone Colajanni, non perché egli era di sinistra, ma perché professore universitario ed uomo probo, di rigidi costumi morali. Non si doveva fare dello scandalo per reconditi scopi di speculazione politica, che non interessava ad un economista, ma si voleva sol tanto richiamare l'attenzione del Governo e del Parlamento sul disordine di quell'istituto bancario, nell'interesse di tutti gli altri istituti e dei risparmiatori continuamente esposti ai gravi rischi della direzione di banchieri truffaldini. E poi Colajanni, non legato ad interessi di alcun genere, era un uomo assolutamente libero e indipendente, anche dalla disciplina del partito al quale egli dava il lustro della propria personalità, e non chiedeva
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