Quaderni di cultura repubblicana

fia civile del Genovese si può riscontrare qualche anticipazione, un po' troppo lungimirante, ma non si può mai parlare di superamento. E poi, che cosa ci sarebbe mai di «superato,. nel «contemporaneo della posterità»? Il difensore forse della proprietà, che essendo ancora di pochi, la voleva di tutti, purché frutto del proprio lavoro? Il principio di « casualità». illust rato con vastità di dottrina originale e profonda da Bovio, non è che una variante della enunciazione mazziniana del <<capitale e lavoro nelle stesse mani >>, che a sua volta è il risul tato logico, naturale, di un processo educativo, essendo l'educazione la vera forza propulsiva del divenire sociale. Non s i diventa liberi produttori, emancipandosi dalla schiavitù del salario, con una imposizione dall 'alto, in virtù di un «colpo d i Stato >>, ma con una conquista graduale che il lavoratore « educato>> è in grado di compiere. TI compito dello Stato democratico, nel quale soltanto il popolo è sovrano, è rimuovere gli ostacoli che impediscono al lavoratore di muoversi liberamente per la sua emancipazione. « Lavoro libero e lavoro servo, non possono vivere egualmente legati in seno ad un popolo senza farsi guerra micidiale, perenne. Uno deve essere il pensiero direttivo di una Nazione; una la tendenza della legge; una la applicazione. Lo stato deve procedere in armonia con le tendenze progressive dei cittadini; il Governo deve essere la mente del popolo tradotta in azione » (Mazzini: lettera alla Società Operaia di Genova, dicembre 1869). La critica di Colajanni ai sistemi socialisti si è sempre mossa in questo senso. Uno degli appunti mossi dai socialisti marxisti al pensiero sociale mazziniano era, ed è, I'« indeterminatezza > dell'associazionismo, in confronto con la concretezza del così detto socialismo scientifico. E Colajanni risponde: « La indeterminatezza dell'associazionismo vale quella del collettivismo; se ci sono fatti che indicano la tendenza verso il collettivismo, ce ne sono altrettanti numerosi - forse assai più numeros i - che indicano l a tendenza verso l'associazione. Se Marx ed Engels furono scientifici perché derisero l'utopia, perché non dovrebbe essere scientifico Mazzini che li precedette?... E si badi : la critica demolitrice dei dogmi marxisti , cui mi riferisco, non è quella degli ortodossi e dei borghesi; ma quella degli stessi socialisti. Da Sorel a Bernstein, a Cornelissen; da Graziadei ad Arturo Labriola, a Saverio Me rlino, la critica non ha cessato un 22

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