Quaderni di cultura repubblicana

· Bovio, l'Urea, Socrate e Il Leviatano, scritti tutti non per la scena dei soliti teatri ma, come ha osservato A. Galletti nel suo libro Il Novecento, per la scena ideale su cui la fantasia di un filosofo-poeta vede svolgersi nei suoi momenti più tragici il dramma della coscienza umana. Sui lavori letterari di Bovio ha pesato, fin da quando a mano a mano venivano alla luce, il pregiudizio polemico degli ambienti culturali avversari e quello forse più dannoso del pubblico neutrale o talvolta dei compagni di partito, che vedevano nell'autore il tribuno e il teorico dell'Estrema e non si capacitavano ad accoglierli senza scetticismo e a leggerli fino in fondo con intendimento d'arte. Né le sue opere hanno quella facilità conformistica e piana, grazie alla quale tanti minori vengono accolti e presentati ai posteri nelle antologie scolastiche, cosa che sarebbe potuta avvenire una volta venute meno quelle cause contingenti. Il contenuto difficile e scabroso lo ha impedito, e Bovio resta sconosciuto. A trarlo da questo oblìo conforta il sicuro giudizio, che diede Benedetto Croce in un saggio scritto quattro anni dopo la morte di Bovio e compreso nella raccolta Letteratura della Nuova Italia . In tale saggio il Croce, dopo aver ricordato le numerose epigrafi coniate da Bovio in varie occasioni e dopo averne citato le più belle, risale, sulla traccia di questa at titudine, ad una analisi dell'animo e dell'arte di Bovio, scoprendone cosl il tono e l'unità caratteristica di scrittore epigrafi sta, nel senso migliore della parola. Bovio, secondo questo convincente giudizio, creò epigrafi di uomini , di animo, di idee e di cose: « L'Epigrafe "• cosl scrisse Croce, « non era pel Bovio solo il componimento che si incide in marmo nelle occasioni solenni, ma anzi il suo modo consueto di esprimersi; era il tono naturale della sua anima, come in altri la negazione e il sarcasmo, il giubilo o il lamento •- Croce non intese racchiudere in questa formula critica tutto il valore di Bovio, ma fornire con essa alle sue opere la meritata ammissione nel patrimonio della letteratura italiana contemporanea. Quanto all'aspetto poli25

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