Quaderni di cultura repubblicana

liana, alla quale affidava una m1ssJone, in un quadro di concorrent i ed armoniche iniziative nazionali. Gioberti disegnava i chiaroscuri di questo quadro e delineava gerarchie tra i popoli e le rispettive culture, con abito insieme nazio· nalistico e scolastico: voleva giungere a stabilire i loro differenti valori con una etnografia razionale. Questa pretesa lo portò dall'analisi dei meriti storici del popolo ita· liano all'affermazione enfatica di un privilegio metafisico, assegnato a priori alla nazione italiana, di un primato non storico ma ontologico, nell'asserzione del quale boria nazionalista e astrusità filosofica si dànno la mano. Nella visione di Mazzini l'Italia è una valorosa compo· nente della civiltà umana, in quella di Gioberti essa diventa, invece, la causa della civiltà, una sorta di nazione paracleto, rivelatrice a tutte le altre della civiltà stessa. Ebbene, Alberto Mario, divenuto mazziniano in politica, era ancora giobertiano nei suggestionati giudizi culturali, che spesso esprimeva. Nelle lettere alla fidanzata, la giornalista inglese Jessie White, corrispondente per l'Italia del Daily News, magnificava l'intelletto italiano come archetipo dell'intelletto umano: l'Italia, al cospetto delle altre nazioni, era un'idea platonica, perfetta e completa in se stessa. La reazione della positiva Jessie a questa lezione giobertiana, calata in lettere d'amore, fu immediata: con tutta la sua affettuosa ammirazione per l'Italia, gli disse chiaro e tondo che eran ciarle e modestissime asserzioni. ADESIONE E RISERVE Tra i due innamorati v'era un altro punto di discordia: la devozione a Mazzini. Qui il critico era Alberto, che non la voleva illimitata e, di tanto in tanto, avanzava dissensi o riserve nei confronti del Maestro. 5

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==