il vecchio re si vedeva insidiato c minacciato da tutte le parti, mentre, nonostante i conservatori e moderati, coloro che intendevano fare la rivoluzione italiana soltanto con le alleanze dei sovrani e con la diplomazia, si dimostrassero scandalizzati e blaterassero di bande di assassini e di teoria del pugnale, l'opinione pubblica europea avvertiva che la situazione in Italia era giunta ad un grado altissimo di esasperazione, per cui si potevano prevedere di momento in momento delle esplosioni terribili, che non avrebbero mancato di turbare la t ranquillità dell'Europa. Il martirio di coloro però che avevano tutto osato, fidenti in una idea di patria, di libertà e di redenzione sociale ed umana non mancò tuttavia di dare i suoi frutti. Il sacrificio di quei prodi fece dire a Garibaldi che essi meritavano il nome di precursori. Infatti non ci sarebbe stata tre anni dopo, nel 1860, la più fortunata spedizione dei Mille, se non ci fosse stata prima la così detta spedizione di Sapri. La quale, se fece molta impressione in Europa, ebbe una ripercussione immensa in Piemonte. Cavour, che dopo il 1856 era riuscito ad ammansire molti patrioti, tra cui Manin, che aveva ripreso la più antica e minacciosa formula mazziniana " se no, no! ,. ed era diventato condizionatamente monarchico, e quindi era certo di controllare tutto il movimento liberale italiano e accodarlo alla politica di Casa Savoia, comprese e temé che la rivoluzione gli si ponesse nuovamente di contro e scompigliasse i suoi piani dinastici. Paventò la ripresa del suo terribile avversario - Mazzin! e si affrettò a stroncarne il movimento e ad eliminare il suo avversario. La stampa di sinistra fu imbrigliata, gli organi mazziniani soppressi, furono create figure speciali di reato per le minacce a capi di stato stranieri, la competenza sui reati di stampa fu tolta ai magistrati popolari e affidata ai tribunali, mentre a Genova Mazzin! e molti suoi aderenti furono deferiti alla Corte di Assise e giudicati come volgari malfattori. L'autonomia dell'ordine giudiziario, canone del costituzionalismo liberale, per le inframettenze di Cavour di28
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