( 561 ) ·se per inesperienza giovanile, forse per impeto cieco di partito , forse per non iscorgere ove conducessero i nobilissimi tristi . .Ma nell'anima sua non capirono mai che puri e magnanimi intendimenti; e quelle ricordanzc , quelle accuse restarono nello Spilbergo. Il più solenne de' milrliri nostri, fu sì grande nella sventura , che gli stessi nemici ne sentirono riverenza ; sofferse quanto è mai dato soffrire , e non disse mai lagno; potè aver libertà, e rifiutolla , non potendo dividerla col suo compagno di carcere, l'Andryane; fiero del suo martirio, ma non con iattanza, nelle sue parole, ne' suoi atti lo rispettò sempre ; giacque tredici anni in quella prigione durissima , e ne usciva qual era entrato, senza chinare la fronte- confidente nella giustizia di,•ina , ma non bigotto - afflitto della nazionale bassezza, ma non disperato - fedele alle sue tlottrine politiche, ma non esagerandole colle rimembranze dell 'infernale crudeltà di Francesco. Jl quale, sottilmente feroce, volea punire quegli incliti nell'intelletto e nell'anima, farli imbecilli e codardi. Credete forse colpevole Silvio del gesuitico e malo indirizzo che adombra la pallida e santa figura del martire? No; in lui la vendetta dell'implacabile imperatore continua, continua per lui nell'intelletto e nell'anima. Il Confalonieri usciva di carcere nel 1836 vincitore dell'austriaca sapienza nel tormentare; fiaccato sì nella gagliarda salute , ma con la prima energia di carattere , benchè nel castello moravo si smarrisse perfino il nome paterno. Quell'uo~o, la cui sventura commovea tutta Europa , allo Spllbergo non era che il numero l .f. Un giorno cbiamollo a sè il direttore delle prigioni e gli disse : -Numero 14,
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