Miscellanea del giorno - 1847

( 5!54) - te presento, Altezza, il re d' Italia! - Se questo e altro toccò a' principi, non ho a far menziono dello strazio de' popoli. I quali però ricordaronsi in ogni tempo gl'insulti stranieri, ora comprimendo l'odio nel piu sccreto de~ cuore, ora in modo solenne manifestandolo agli uomini e al Ci elo. Noi siamo a Genova ; il sole china a tramonto; e nella principal via del quartiere di Portoria intorno ad un gruppo di soldati c artiglieri tedesehi , che in- · darno s'affaticano per trarre un mortaio che avea sfondato il suolo, s'addensa una moltitudine di popolani, moltitudine taciturna che riguarda fare. Il BottaAdorno, generale degli Austriaci, a quanti speravano impietosirlo col nome santissimo della patria, per !a carità delle famigliari memorie, avea già risposto : __:_ Sè non essere genovese, non italiano , ma tedesco, e a'Genovesi non altro voler lasciare che gli occhi per piangere --. Nè mancava al sacrilego giuramento; tutto volea depredare, tutlo distruggere ; e regnava negli animi, atteggiava i scmbianti una cupa e disperata tristezza. Il mortaio non ubbidiva agli sforzi degli stranieri; e un bestione tedesco, stolidamente feroce , per inanimare i popolani che ricusavano d'aiutarlo, ruo\ava il bastone su i piu vicini. A quell'insulto il Signore radunò l'ira d'un popolo intiero nell'anima d'un giovinetto, il quale surse e solo come Davidde sfidava il gigante. - Che l'inze (1}! gridò il Balilla; e raccolto un ciottolo, Io scagliò in fronte a quel bestione tedesco. E cominciò allora una terribile zuffa , uno strepito d'armi, d'imprecazioni, di bestemmie , di (1) Ch'io la rompa !

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