( 5ti3 ) legazione viennese a Brussclle. Volgevasi il ra&ionare sulla res istenza del Piemonte ai benepl aciti au~tr iaci · e il g rand 'uomo obliava non so come la proverbi al~ brevità diplomatica, dicendo : - Eh! facciano pure que' principuzz i ! Per correre han bisogno di gambe; e le gambe de' pri ncipuzzi italiani son sempre a Vienna sotto chi ave. E un compagno che gli siedea vicino, soggiungeva a commento della magna sentenza : - La diplomazia austriaca li ha menati , li mena c e li menerà lutti pel naso. La risposta all'argut issime osservazioni non tocca a me, bensì ai principi, i quali risponderanno con atti generosi alle plebeeofl'cse. Ma non s' illudano; queste osservazioni non appartengono solamente a ind ividui , significano il sentimento de' governi con bestiale franchezza espresso. lo non mi so di qual parte sian venuti e mi foll eggino ora nella memori a codesti bei motti; non.ostante l' arrogante insulsaggine loro, voglio compiere la serie e vuotare il mio sacco, registrandone un altro , antico, gli è vero ma ringiovanito dalle circostanze. Il generai Bubna presentando, anni sono, al vicerè Ranicri il pri ncipe Carlo-Alberto di Carignano - gonfi com'erano in quel momento gli Austriaci degli insperati successi di Napoli, più dovuti al mal ordine de' nemici che alla sapienza c al coraggio loro, per cui le nuove speranze morivano in tutta Italia -, diceva parole non so se più vili o più stolte. Baldanzosi per una facil vittoria, estimavano aver ucciso nell'umanità l'intelletto delle cose avvenire, inimitavano al vinto senza combattere, e con grandezza di animo che resterà memorabile. Poichè il genera!, Bub~a diceva per iscberno forse profetico :.
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