Miscellanea del giorno - 1847

( 352 ) qui già possedevano un ospizio , o com'essi dicono una casa figliale. Questo sarebbe il primo frutto della perdita del Gaisruck. Non possiamo lasciare il buon arcivescovo senza raccontarvi un fatlarello, che denota il perenne amore degli Austriaci inverso Pio IX. Morto il pontdìce bellunese, anch'egli l'arcivescovo mosse alla volta di Roma per entrare in conclave; un corriere milanese per ordine piovuto di Vienna, gli tenne dietro e lo raggiunse ad Orvieto, o circa, e gli consegnò il veto austriaco pel cardinale .Mastai-Fcrretli. Di tutto questo il governo imperiale non s'ebbe che le spese di porto; il malanno era fatto; quando il Gaisruck toccava Roma con in tasca il suo veto, Pio IX rC'gnava. Taluno degli Austrièlci residenti a Milano, consapevoli dell'intenzione aulica, non sospettando sì rapida la nomina del conclave, parlarono e in cattivo punto. Del resto, per mille ragioni che voi sapete, per mille indizi chiarissimi che dirò più tardi , Vienna persevera in questo amore. E quando nel passato dicembre il conte Giberto Borromeo recossi dal vicerè a prender commiato - visitando la capitale del mondo per assistere alla prima messa d'un suo figliuolo -l'arciduca Ranieri gli disse : - Che povera testa quel papa! che povera testa l Il comandante generale, conte Giuseppe Radetzky, da vero militare austriaco giudicava il pontefice esclamando:- Gli è un pazzo solenne l- Quegli ne ba dunque compassione come d'un pazzo, l'altro come d'un imbecille. Ciò mi rammenta quello che si dicesse, la primalera scorsa, inalberando sul collo la testa , uno della

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