Miscellanea del giorno - 1847

( 541 ) prendo la libertà di parlare in nome degli Italiani, giacchè tutti li credo deH" opinion mia -, noi amiumo chi ci ama, odiamo chi ci odia; alla mano di Dio solamente benediciamo, se questa mano ci abbassa e percuote; non già a quella degli uomini che ci vilipendono e insultano nelle cose più care. Infinite sciagure, ne'secoli che furono e non torneranno più, ci sono venute co'Tedeschi ; i quali di tempo in tempo, come torma di lupi cacciatidalla fame durante il verno, precipitavano giù dall'Alpi nelle nostre campagne, rabbiosi e pezzenti , per vestirsi delle nostre vesti, per arricchi rsi del nostro danaro, per ritcmprarsi al calore del nostro sole, tal fiata per violare le nostre sorelle, per uccidere i nostri figliuoli. E una parte de' nostri concittadini era tanto cieca da invitarneli, da credere in essi salute e possanza, sedotta com'era dall' ire civili , dalle maledette passioni, che deturparono fino i giorni della nostra grandezza. Senza cui- lo diciamo colle storie alla mano, e col sentimento d'un gi usto orgogl io - orma tedesca non avrebbe ma i a lungo macchiata la nostra polvere. Abbencbè la nazione tedesca abbia dunque gran falli, molte ingiurie, molto sangue a scontare con noi; abbencbè per lunghissimi secoli abbia consegnato il suo braccio all"ire de' nostri nemici; abbenchè si sia fatta complice volontaria dei nostri tiranneggianti , carnefice nelle loro vendette , non abbiamo con lei rancori. Anzi di più soggiungiamo, sarebbe ingiustissimo averne. Non foste voi pure, o sangue generoso d' Arminio, conculcati ne'vostri diritti , consunti dall'avara ambizione de'vostri principi, abusati di vostra fede per quell'ignoranza nella quale desideravano ingrassarvi, petrificarvi ; non

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