Miscellanea del giorno - 1847

( 555) quale furono solennemente guarcntiti nei trattati del 1815. Ora il ministro delle finanze ordinava al prefetto del Monte lombardo-veneto di comperare coi danari tratti dalla vendita dei beni di saldo, non più cartelle del Monte lombardo-veneto, come prescriveva e prescrive il § 30 della patente 1 o luglio 1822 , ma quelle carte di credito dell ' impero austriaco, che avesser valore nella Borsa più vicino al pari, designando in tal guisa le carte dell'ultimo prestito austriaco , che avevano un corso di molto minore a quello delle cartelle del Monte lombardo-veneto. L'I. R. prefetto, il nobile signor Antonio de Giudici, I. R. consigliere di governo, ha tutta sulla sua co~wienza la responsabilità di cotesta misura; egli, ~:ome amministratore della cassa di saldo, avrebbe potuto opporsi, in nome della sovrana patente, anzi , per parlare più esatto, il doveva . E il magistrato, o perchè creatura austriaca, o perchè breve di mente , o perchè d'animo vile, o per altre sì fatte ignominiose ragioni, cedette. Così il governo schiaffeggia a qualunque proposito gli Italiani , consegnando lo schiaffo ad Italiani perchè lo trasmettano. Nè ciò basta. Accumulati poi nella cassa di saldo 200,000 fiorini di rendita in cartelle di vario genere, venne ordinato che i tre quinti di esse, tutti in cartelle viennesi -circa 122,000 fiorini di rendita , corrispondente a 2,4 80,000 fiorini di capitale- si scambiassero in nuove cartelle del regno LombardoVeneto da emettersi arbitrariamente e poi da. distruggersi. Ci resta ignoto se le carte di credito viennesi, che sarebbero cosi saldate con danaro della cassa italiana, sieno state in elletto ritirate dal giro. Quello

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