Miscellanea del giorno - 1847

( 527 ) ven!va espressafi!ente .a Milano per indmre la congregaziOne a compiere l opera sua , a dar favorevole il voto. Ma essa, quantunque imbecille, come tutti sanno, non osò acconsentire alla disonesta dimanda , come tutti non sanno. Ciò in·parte risponda all'ingenua Gazzetta d'Augusta, che dipinge fiorentissime le finanze viennesi. Chi ba buone finanze non s'affanna per capitaleg.giare le imposte , non iscrive, come fa l'Austria, agli amministratori 'delle opere pie apprestino un quadro de'capitali ch'avessero, e l'impieghino tutti in comperare cartelle pubbliche, onde sollevarle dal basso stato in cui giacciono. Per apprendere di quali altre consimili novità si patisca ora in Lombardia, giova premettere alcune notizie sul Monte lombardo-veneto. Caduto l'italico regno pei trattati che ne stabilirono la divisione, e così egregiamente , venne consacrato il principio di pagarne il debito pubblico, già dal suddetto regno riconosciuto ed inscritto nel libro del Monte Napoleone; e si risolse d'obbedire a quanti altri impegni fossero rimasti insoluti per la cessata amministrazione. I potentati che fra loro dividevansi il regno, doveano, almeno nell'apparenza, eziandio dividersene i pesi ; e per ciò s'instituiva a Milano una commissione di vari rappresentanti diplomatici de'potentati co-dividenti , la quale ripartisse il debito pubblico italiano sulle basi unite della popolazione e della rendita. E l'Austria delle cento mila parti de'pesi, assumevano sessantanove mila cento e ventiquattro ; de'beni stabili del Monte Napoleone, ascendenti a ottantotto milioni di lire, ritenevano quarantrè milioni cinquecento e quarantacinque mila. Costituiva più

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