( 2\:);) ) Frattanto moriva Gregorio XVI , e pochi giorni dopo correva una voce pel mondo cattolico - « Aba biamo un nuovo pontefice, un pontefice che perdo- « na!- E chi non si compiace in dipinger que'giorni! Erano scorsi tanti anni da che un raggio di sole non era disceso nella carcere nostra ; Italia aveva perfino dimenticato i vescovi romani sapessero o potessero penJonare. Un tuono di benedizioni levossi da tutti i canti d'Europa ; un turbine di gioia avvolse J'intiero paese ; l'interne pareti, le vie, le piazze, le chiese, i teatri suonavano d'evviva a Pio IX. E le feste, e gli archi trionfali , e i canti di gratitudine non sono ancora finili. Voi pure a que'giorni, miei buoni amici, lieti nella letizia di tante consolate famiglie , di tanti esuli che ribaciavano la terra natale, di tanto amore che sedava le ire de'partiti, e in un sentimento stringeva l'italiana famiglia, a me, che oltre l'Alpi tendeva ansiosamente l'orecchio per udire un eco lontano delle vostre allegrezze, a me scrivevate lettere piene di sante parole e di carissimi sogni. Ed io leggea que'racconti, come un innamorato ieggc i saluti della sua bella. Ma tutto in quel mentre era forse bene ? Forse di scure si minacciava la radice de'nostri mali? o componevansi in armonia co' popoli i nostri principi? o decretavansi leggi più libere e più consentanee alle nostre tradizioni , alle nostre necessità , all' ingegno nostro? o l'Austria era morta? Nulla di tutto que- 'ìto. Vienna agitavasi; Toscana s'ingesuitava; Napoli proibiva il nome di Pio ; i successori dei discepoli di Cristo ribellavansi tacitamente al loro pi.tstorc , percbè minacciava di chiudere la loro bottega. E ve-
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