Miscellanea del giorno - 1847

( 286 ) tria, nè sostanze , nè altare, nè governo; ma diedersi con furore a impunite rapine , a lodate stragi per le vie di Forlì e di Faenza; diedersi a ribadire catene, ad eseguire inique condanne, a violare perfino tabernacoli, tra il silenz1o d'inermi municìpi • tra la dappocaggine scaltra di molti magistrati , tra le neghittose discordie de'cittadini , lontani i migliori. Cosi tal reggimento rinsanguinava nel bollore delle rivoluzioni, che ad ogni tratto nasceano, le putride ulcere della schiavitù antica. E lo Stato non era che un vituperoso rimescolarsi di calunnie , di spie , di raggiri, di discordie, di concussioni , di furti , d'omicidi. Rotti i legami che nascono da un generoso principio sociale, le parti abbandonate a sè stesse, moriva l'affetto tra famiglia e famiglia, la vita restava egoismo senza allettativa meno che vile; non pace, ma inonorata miseria ; non giustizia, ma danaro ed il caso; non sapere, ma fanatica ignoranza. E i proconsoli del governo , insegnata si bassa vita agli schiavi, insozzando insozzavansi; quindi padroni e schiavi, vinti e vincitori, nobili e plebei, preti e laici, sparivano lottando sotto la medesima melma. Al naufragio politico non s'era salvo negli Stati pdpali il conforto della religione. L'indifferenza inaridiva gran parte de' cuori italiani ; precipua causa è l'ardita acutezza degli intelletti; prossima, Roma. Noi conosciamo le pratiche de'segreti iniziamenti, tocchiamo il tripode, sappiamo a memoria i responsi, abbiam sott'occhio la carta de' prezzi, onde non è per molti venerando l'oracolo. Poichè religione è vita, e in nome di essa abbiam ricevuto la morte; religione è luce, e in nome di essa ci agitammo lunghi anni in

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==