( 278 ) delle famiglie, traevano nel medesimo abisso gl'innocenti ed i rei. Non voce amorevole usciva dal regno napoletano, ove sulla casa borbonica stilla sempre il sangue dei venduti Bandiera e stillerà sempre , finchè per opere nuove non cruente e più cittadine quell'anime generose si plachino, e plachino Iddio. Quivi il governo tra le due grandi famiglie che formano il popolo suo scagliò di sue mani il tizzone della discordia, · le concitò infaticabilmente con sempre nuove sventure a profondissimi odi , facendo i Siciliani abborrire dai Napoletani e viceversa, per tenerli divisi, e spegnere la memoria in entrambi che appartengano ad un medesimo popolo, che debbano venerare una medesima patria. Ma ci è dato sperare i migliori de'due regni abbiano da lunga pezza avvisato alla sottilissima infamia, abbiano sparso e vadan spargendo i sentimenti che legano d'amore Venezia a Milano, Genova a Torino, Pisa a Firenze, Bologna a Roma. Perdoniamoci tutti le scambievoli offese , come ce le abbiam perdonate, io lo credo ; scherno de'nemici nostri, che ci aizzavano l'uno contro l'altro , come gladiatori nell'anfiteatro, diamo apertamente a conoscere che la benda è caduta, che le sciagure e gli eventi possono indugiare l'unità nostra, non impedirla, che siamo degni di essere una grande nazione ·; e perfino le calamità facciano sgabello della nostra grandezza. Infausto cosl moriva il primo mese dell'anno. Fratt~nto ~na. voce sommessa correa d~ Torino per la pemsola mt1era; voce , la quale fort•ficata dalle interne riforme, suonava ogni giorno più alta, accennando nella casa del principe Eugenio di Savoia sentimenti
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