Miscellanea del giorno - 1847

( 276 ) che si voglia la maggioranza generosa degl'Italiani, e per togliere, fingendomi ancora lag.giù nel bel paese, quanto di troppo acerbo mi potesse ispirare la solitudine dell'esi lio. Scrivendo col vostro nome nel cuore e sul labbro, io sento riscuotersi l'anima dall ' inerzia affannosa in cui talvolta s'addorme, e la parola mi sgorga più facile. Rapito nella vostra memoria, non più mi ram- · mento di scrivere per istampare; non più m'assedia l"imagine d'una moltitudine di lettori, partigiani od aV\'ersi, benigni o insolenti, forniti di cuore che ama o d'intelletto che calcola; non vedo che voi , nè mi cruccia il fastidio di dovermi atteggiare a guisa d'attore, scegliendo le frasi. mitigando i giusti rimproveri, ravvolgendo le verità necessarie dentro molti vocaboli, perchè non feriscano troppo vivacemente gli sguardi cercando le nuove idee, le f<mtasi e strane , compiacenze che adulterano la lingua , il gusto e la dottrina che si voglia insegnare. lo pure , come voi, clelia patria mi feci quasi un'innamorata , una sposa; e bramerei degnamente pariarno , accrescerne le speranze , i vanti e la gloria. Ma niuno può dare che quello che ba. Io vi traduco me stesso , qual sono; c intendo aprirvi il libro del mondo, leggervi quella pagina che ci risguarda, scritta or ora dal tempo alla nostra presenza , e commentarvene le parole, abbenchè tal uni le vogliano ricoprire, altri cancellare, altri mutare, ma troppo tardi. Il sole d'oggi, diceva Ugo, è quello d'ieri ; gli uomini furono sempre gli stessi, ma si vestirono ogni anno con fogge diverse. Qual fu lA foggia dell'anno passato, qual sarà quella dell'anno che corre? E questo vi dirò io schiettamente , come

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