Miscellanea del giorno - 1847

( !67 ) sig. D'Azeglio lo riconosce così savio che dice volersi sottomettere alla pubblica opinione e che accetta tutta la responsabilità de'suoi detti. Vi è in queste parole un'aperta contradizione con ciò che ba scritto iu altre pagine della sua lettera, ma sono contradizioni strappate dalla forza della verità. Chi proclama la sapienza d' un popolo non deve poi lagnarsi se lo stesso popolo disapprova i suoi detti; ma sia certo che qui il pubblico non cangia mai una questione di principii in questione·personale. Il pubblico romano rispetta e stima altamente il sig. Orio! i e il sig. D'Azeglio; si duole solo che da questi uomini che Italia tutta onora non gli sia resa quella giustizia ch'esso merita, e che non sia giudicato da essi con imparzialità. E quì si permetta allo scrittore anonimo di anticipare una risposta ad un'accusa che gli verrà data . Non è segno di coraggio civile, gli si dirà, nascondere il suo nome. Cadrà ogni accusa se il sig. D'Azeglio giunge ad ottenere l'approvazione della censura di Roma per questo scritto : in tal caso l'autore dà la sua parola di onore di firmarsi. Se tanto si ottiene dalla censura si dirà ch'essa accetta le interpretazioni del professore Orio! i, e che il sig. D'Azeglio ebbe ragione di dire che il popolo romano errò per fantasia immaginosa quando credette non poter nascere il bene da cosa non solo imperfetta ma anche mal fatta. N. N. CRONACDETT.l LIVORNESE. « Nel Castello d'Antignano, poco più di me:1.za lel> ga discosto dalla città di Livorno, la mattina del

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