( 263) tradizione con la lodata , nè si potrà discutere su i mali che risultano dagli atti del governo c dalle attuali istituzioni ( il che dovrebbe pur farsi per mostrare la necessità delle riforme ) perché quando si' prova che un atto o una istituzione reca danno o ad una parte, o a tutto il popolo, vi è tendenza diretta a renderla odiosa. E continuando il popolo a ragionare diceva che la intenzione del principe di accelerare le decisioni della censura rapporto ai giornalisti non solamente non era stata eseguita, ma che si era fatto il contrario , e gli ostacoli erano stati aumentati a dismisura, perchè la prima censura si fa dal maestro dei sacri palazzi, poi dal censore politico, che rimanda le sue correzioni al maestro , e se lo scrittore non contento appella al consiglio intero deve aspettare che questo si raduni e dec.ida, e siccome si riunisce ad intervalli rari e indeterminati, il giornale che doveva u~cir~ l' indomani potrà aspettare dieci o quindici gwrm. Questo di.ceva il pubblico ed io non vedo finora che i suoi argomenti siano stati rifiutati, e se lo crede chi ha interpetrato la legge secondo il suo modo di vedere io gli risponderò che prima d'interpetrare bisognava confutare, perchè uno scrittore non deve imporre la sua volontà ad un popolo, ma convincerlo con la ragione, e volendo essere imparziale, nel caso nostro conveniva dire tutta la verità, cioè che la parte lodevole dell'editto era frutto della prima parola di Pio IX; ma la parte criticata era un' agg~unta d.i color~ che distesero l'editto, ricoperto da esst s?tto ti velo. dt ordine e di legalità per sorprendere l'ammo ~el Pnncipe, cui nuoce la sua natura così buona ch'èmcapace
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